La corsa per le presidenziali di repubblicani e dem approda a un appuntamento che per molti è già l’ultima chiamata.
Per i candidati alle presidenziali Usa, democratici e repubblicani, è tempo di Super Tuesday, l’appuntamento che, nella data di oggi, vedrà la chiamata al voto per le primarie, anche nella modalità dei caucus, in più stati contemporaneamente. I primi Super Tuesday risalgono agli anni ’80, ma nel corso degli anni è variato più volte il numero degli Stati coinvolti, fino a un massimo di 25 stati assieme nel 2008.
Repubblicani e democratici voterranno in Alabama, Arkansas, Georgia, Massachusetts, Minnesota, Oklahoma, Tennessee, Texas, Vermont e Virginia. Tanto Sud, e quindi tanti ultraconservatori per i repubblicani e molti afroamericani per i dem. In alcuni stati, come Alaska e Colorado, si vota con i caucus. Vota anche unterritorio: i democratici delle Samoa Americane sono attesi ai caucus. Saranno quindi assegnati 595 delegati ai repubblicani e 865 ai dem.
Gli Stati non valgono tutti allo stesso modo, né tantomeno il numero dei delegati è lo stesso per ambo i partiti.
In ogni caso nessuno stato in questa tornata può assegnare i delegati mediante un winner-take-all ; nessuno dei pretendenti quindi può intascare tutti i delegati semplicemente arrivando primo; per i democratici, vale il proporzionale, mentre negli altri casi la modalità è comunque quella del winner take most (chi vince ne prende di più) oppure soglie di voto minime per portare a casa il bottino.
Agli occhi di analisti e degli stessi candidati, da sempre il Super Tuesday è un potenziale momento di svolta delle primarie: un frontrunner di spessore può uscire dalla tornata come candidato in pectore nel migliore dei casi, ma anche se non dovesse andare tutto liscio è un’ottima occasione per incassare un buon numero di delegati. Il respiro della corsa si fa nazionale e una certa chiarezza di insieme si impone, nelle annate buone. Molto dipende però anche dagli Stati che si conquistano: ad esempio, il Texas, da solo, assegna 155 delegati repubblicani e 241 delegati democrati. La posta più alta in palio, ed è quella a cui mira ad esempio Cruz, senatore texano, in una tornata che potrebbe comunque premiare Trump. Molti candidati sono invece attesi al varco in senso contrario; potrebbero abbandonare la corsa e il riferimento ovviamente vale per i repubblicani, in quanto i dem sono solo Clinton e Sanders.
Fonte: wired.it