Una nuova tegola è caduta sulla giunta di Virginia Raggi: l’assessore all’AmbientePaola Muraro risulta indagata dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio e violazioni ambientali.
L’indagine della procura sulla Muraro, arrivate dopo le dimissioni dell’assessore al bilancio e del capo di gabinetto della Raggi, non sono il primo ostacolo incontrato dal movimento 5 stelle. Mesi fa vicende scottanti come il caso Quarto e il dibattito sulle unioni civili hanno visto i 5 stelle al centro di vere e proprie bufere mediatiche. Allo stesso tempo però si potevano notare i contorni di una strategia comunicativa incentrata sul web, dove l’opinione pubblica digitale sembrava respingere le critiche al m5s per rovesciarle contro il nemico di sempre: il Pd.
Gli ultimi casi ci raccontano di uno scenario diverso. Questa volta sembra che i polveroni alzati negli ultimi giorni abbiamo fatto breccia in quel fortino di consenso che è da sempre il web per il movimento 5 stelle.
Twitter
Domenica 4 settembre nella twitter-sfera italiana il personaggio di cui si è discusso di più è stato Paola Muraro. L’argomento Muraro è stato in questa giornata il secondo più twittatto, rimane nella topic trend italiana per più di 12 ore. Il sentiment non è stato positivo dato che associato al nome della Muraro troviamo spesso parole come “indagata” e “marcio”. Nonostante il movimento abbia provato a reagire tirando i ballo gli ormai ultra citati “poteri forti”, il web non sembra aver creduto della storia del complotto. La vicenda della Muraro si è infatti abbattuta sulla Raggi che in questi ultimi giorni è stata letteralmente travolta sui social network. Dal 3 al 5 settembre su Twitter ha ricevuto più di 600 menzioni da parte di circa 465 utenti: queste citazioni hanno ottenuto più di 1 milione e 600mila visualizzazioni da parte di 1,104,874 utenti unici. Il sentimento prevalente rispetto a questi messaggi è più negativo che positivo: il 5% delle citazioni è un commento negativo contro la Raggi, meno del 2% è invece un tweet di sostegno al sindaco. A questo va aggiunto che gli hashtag lanciati dal movimento per come #poteriforti e #iostoconVirginia non non sono riusciti ad affermarsi nella topic trend italiana a differenza di argomenti come #raggiomagico.
Facebook
Se passiamo da twitter a facebook la situazione non cambia poi molto. Nell’ultima settimana sulla pagina facebook di Virginia Raggi sono stati pubblicati 2 commenti in replica alle critiche ricevute. I post in questione hanno ottenuto 24mila mi piace, 3200 commenti e 8700 condivisioni. Numeri non da poco ma comunque lontani dal consenso “social” di due mesi quando la raggi con un post ottenne 168,260 like 33,717 commenti e 58,223 condivisioni. Sempre rimanendo nel territorio di facebook abbiamo monitorato in questi giorni anche l’account di Beppe Grillo. L’ex comico genovese ha infatti quasi sempre utilizzato la sua pagina facebook e il suo blog come megafono per orchestrare delle campagne di contro-informazione nei momenti in cui il movimento 5 stelle veniva preso di mira dai media tradizionali. Quello che però salta agli occhi è un livello di coinvolgimento con gli utenti di facebook piuttosto basso: rispetto al passato i post di Beppe Grillo ricevono mento like e commenti.
Tra il primo e il 3 settembre, quando esplode il caso Roma, l’engagement giornaliero dei post di Grillo non supera mai le 2mila interazioni. Numeri davvero bassi per il leader politico più popolare su facebook. La vicenda delle dimissioni della giunta Raggi e l’indagine sulla Muraro sembrano aver rotto per la prima volta l’idillio di consenso digitale sul quale Grillo ed il movimento cinque stelle hanno costruito un successo senza precedenti.
Autore: Guido Petrangeli | Fonte: huffingtonpost.it