Manca poco più di un mese alle elezioni presidenziali americane. L’8 novembre, giorno stabilito per l’Election Day al termine di una campagna lunga quasi un anno, sarà una data storica. Il giorno in cui il mondo conoscerà il nome del successore di Barack Obama alla Casa Bianca.
Ma sono sempre state così sentite le elezioni negli Usa? E com’è che si svolgeva la chiamata alle urne quando a contendersi la poltrona presidenziale erano Roosevelt, McKinley, Harding o Coolidge? Le Giornate del Cinema Muto offrono un’opportunità senza precedenti: mercoledì alle 16.30, al Teatro Verdi di Pordenone, una selezione di filmati elettorali, girati tra il 1896 e il 1924, oggi riproposti come documento storico, ma anche per osservare il modo in cui il cinema, o più in generale il linguaggio delle immagini, abbia progressivamente conquistato un ruolo sempre più rilevante nella comunicazione politica. Complice l’impennata di vendite dei biglietti quando, prima dell’avvento dei canali “all news” e dei confronti tra candidati in tv, i film connessi alla campagna elettorale hanno cominciato a essere proiettati nei teatri vaudeville.
Dopo diversi sgambetti tra case di produzione e qualche palese conflitto tra interessi politici e imprenditoriali, a metà ottobre del 1986, un programma della Biograph sul candidato repubblicano Abner McKinley, fu proiettato per la prima volta all’Hammerstein’s Olympia Music Hall, ottenendo un successo straordinario. Fu il giorno in cui la politica fece irruzione nel mondo del cinema, per non uscirne mai più. Da quel momento la richiesta fu sempre più massiccia dal momento che gli esercenti preferivano proiettare film di entrambi i candidati per non perdere clienti di nessuna delle due tendenze politiche. Prassi, questa, che si mantenne invariata anche nell’era dei nickelodeon e dei cinegiornali sviluppandosi al punto che il presidente Theodore Roosevelt, il celebre Teddy o “T.R.”, eletto nel 1901 e successivamente riconfermato nel 1904, era quasi diventato un divo del cinema. Nel 1912, in un momento di incertezza della campagna per le primarie che lo convinse a presentarsi alle elezioni come candidato indipendente contro il presidente uscente William Howard Taft, Roosevelt comprese che avrebbe dovuto sfruttare qualsiasi risorsa mediatica e il cinema gli offriva ghiotte opportunità. All’inizio di ottobre di quell’anno la Pathé realizzò un film in cui il candidato compariva nella sua casa di Sagamore Hill a Long Island, e la General Film Publicity & Sales Co. presentò invece “Roosevelt” (conosciuto anche con il titolo “Roosevelt: Man of the Hour”). Questa strategia comunicativa invogliò anche il fronte democratico, che non vinceva un’elezione presidenziale da vent’anni, a utilizzare il cinema come media strategico: presentarono “The Old Way and the New”, film a soggetto ma chiaramente schierato politicamente. Il risultato è scritto nella storia: la presenza cinematografica di Taft e dell’establishment repubblicano fu molto debole e Roosevelt conseguì molti più voti, prevalendo in un numero maggiore di stati. Ma la loro contrapposizione spaccò il fronte repubblicano, spianando la strada al candidato democratico Woodrow Wilson, eletto presidente il 5 novembre del 1912. Un anno determinante per i film elettoralistici nell’era del muto.
Quando Wilson fu rieletto, nel 1916, così come nelle successive elezioni del 1920, i filmati che riprendevano i candidati impegnati in funzioni pubbliche o nelle riunioni politiche, trovarono spazio soprattutto all’interno dei cinegiornali. Essendo usciti sconfitti dalle ultime due competizioni elettorali, i repubblicani affidarono alla Commercial Publicity Film Company l’incarico di girare filmati da offrire poi alla aziende produttrici di cinegiornali oltre ad altro materiale da proiettare durante le riunioni di partito o altre occasioni. Furono elezioni politicamente cruciali, quelle del 1920, visto che quello stesso anno anche le donne americane furono chiamate alle urne. E proprio per scoprire l’orientamento di quella parte di elettorato che si affacciava al voto per la prima volta, in molte parti del paese, le sale cinematografiche, sempre più frequentate come luogo di approfondimento “politico”, cominciarono a interrogare i propri spettori cercando di scoprirne il favore politico, come in una sorta di exit-poll.
Nei film sulle elezioni del 1924 si colgono già i segnali degli sviluppi di là a venire. È della De Forest Phonofilm Company la nuova tecnologia ideata per sincronizzare alle immagini i discorsi e i comizi dei tre principali candidati alla presidenza. Coolidge, Davis e La Follette. Da quell’anno in poi, tra i media strategici per la comunicazione politica, subentrò la radio.
La selezione curata da Charles Musser prevede quattordici titoli che saranno proiettati in ordine cronologico da “McKinley at Home, Canton, Ohio” (1896), una campagna elettorale condotta “dalla porta di casa”, fino a “President Coolidge – Taken on the White House Grounds” (1924), con le prime riprese sonore dei contendenti alla poltrona presidenziale.
Fonte: ilpiccolo.geolocal.it | Autore: Beatrice Fiorentino | Per info sulle giornate del Cinema Muto di Pordenone clicca qui