È inutile perdersi in giri di parole quando sono i numeri a parlare: se in due anni riesci a triplicare il numero di utenti mondiali attivi sulla tua piattaforma (da 50 a 150 milioni), dove più della metà di questi è nella fascia d’età under 25, significa che (forse) stai facendo le cose per bene.
Di cosa stiamo parlando? Di Snapchat, il social network che ha fatto impazzire totalmente i millenials, ovvero sono coloro che sono nati tra i primi anni ’80 e la metà degli anni ’90 nel mondo occidentale.
Ma andiamo per ordine.
Lanciata nel 2011, è una piattaforma di messaggistica per cellulari e tablet, divenuta famosa perché da la possibilità agli utenti di condividere via “Snap” fotografie e brevi video che, per dirla in gergo di film di spionaggio,si distruggono automaticamente poco dopo essere stati ricevuti dal destinatario, per tutto il tempo di durata deciso dal mittente, fino ad un massimo di dieci secondi.
Se poi c’aggiungiamo anche che il mittente può modificare a proprio piacimento il suo volto, attraverso gli ormai celebri Filtri (precisamente Lenti/Lenses) di Snapchat: vi è mai capitato di vedere persone in tram o nelle situazioni più disparate tirare inspiegabilmente fuori la lingua e mandare leccate al telefonino? Beh, avete assistito all’effetto del Filtro Canedi Snapchat sulle persone.
Ma la funzione più interessante (filtri a parte) è quella delle Stories: gli snap, video e foto possono anche essere salvati e inseriti nella sezione Storie, dove restano visibili per un periodo più lungo di 24 ore.
Voi direte, e dov’è il vantaggio? Beh, semplice: se siete un brand, uninfluencer, o un qualsiasi tipo di persona interessata ad utilizzare uno strumento di storytelling veloce e semplice da utilizzare , che allo stesso si rivolge a quelli che saranno i consumatori del futuro, non potete fare finta di niente, attizzare le orecchie è obbligatorio. E se invece di vendere un prodotto, stessimo “vendendo” una persona o meglio ancora un programma a quelli che saranno gli elettori del domani?
Non sono pochi coloro che si sono leccati i baffi e tentare di godere del connubio tra Snapchat e politica soprattutto nel panorama delle Elections 2016 Americane.
Se analizziamo il caso USA, la pressione che Snapchat ha avuto sul sistema della diffusione delle notizie a carattere politico e non è impressionante, fin dal 2015, anno in cui è stata lanciata la vendita dei primi annunci pubblicitari a tema: basti pensare che il numero di utenti fra 18 e 24 anni che hanno guardato il primo dibattito del partito repubblicano tramite le storie di Snapchat è stato il doppio rispetto a quelli che lo hanno seguito in tv, alla moltitudine di filtri che hanno caratterizzato le campagne elettorali dei democratici o dei repubblicani durante le primarie o che il giorno del primo Debate Day tra Clinton e Trump, quest’ultimo abbia acquistato lanciato un filtro Snapchat contro “Crooked Hillary” proprio per l’occasione.
Ma quanto può avere effetto tutto ciò sullo scenario politico reale? È sicuramente troppo presto per dirlo, ma il magazine Politico in un articolo di qualche tempo fa, ha rivelato come i due terzi degli utenti di Snapchat siano propensi ad andare a votare, e in merito a questo Rob Saliterman, ex manager Google e oggi capo delle policy e delle vendite di Snapchat, ha dichiarato che: “I giovani non sono solo interessati a Snapchat ma quelli che lo usano sono anche interessati alle elezioni politiche, e molto probabilmente andranno a votare”.
Possiamo però già dire che indipendentemente dai risultati Snapchat rimarràuno dei simboli di queste campagne elettorali USA nel 2016, la trasformazione che ha apportato al flusso delle informazioni, il racconto della storia e dell’avventura, la ricerca continua di novità, la freschezza del contenuto e la fruizione in modo rapido e semplice di materiale esclusivo, ha sicuramente colpito, resta da capire però con quanta entità.
Insomma, risultati tutti da analizzare al momento del conto dei voti per chi si occupa di comunicazione politica, anche in vista dei futuri impegni elettorali Nazionali che riguarderanno nei prossimi anni anche la nostraItalia, ma nel frattempo vi sono anche altri casi da analizzare, come quello del Presidente della Repubblica Argentina Macri o dell’Europarlamento, che hanno anche loro aggiunto il “social col fantasmino” alla loro strategia di comunicazione.
Per quanto riguarda il futuro, io un’opinione ce l’ho e non vi rovinerò la sorpresa (anche perché cercherò di affrontare la questione in un altro momento), ma per farmi perdonare, vi lascio questa l’infografica di una recente ricerca condotta dallo IED riguardante l’utilizzo di Snapchat da parte degli italiani.
Che sia arrivato un ulteriore tassello delle campagne elettorali digitali del futuro? Staremo a vedere.
Fonte: ninjamarketing.it | Autore: