Il ‘mago delle previsioni’ Nate Silver aveva azzeccato con precisione le due vittorie di Obama. Ora continua a dire che Hillary è in vantaggio con poco margine, ma che se la comunità latina andrà alle urne in massa per Trump ci sono poche speranze.
Come uccello del malaugurio, Nate Silver è autorevole. Lo statistico, esperto di calcolo probabilistico, mago delle previsioni (si arricchì con le scommesse sportive), è riverito da tutti gli esperti di sondaggi per la precisione con cui azzeccò le due vittorie di Obama. A maggior ragione quindi oggi semina panico tra i democratici la sua cautela. Silver, in controtendenza per esempio rispetto al New York Times (con cui collaborava fino a quattro anni fa), continua a dirci che Hillary è favorita, sì, ma la sua vittoria è appesa a un filo. Nulla a che vedere col margine di cui godeva Obama su Romney nel 2012. Comunque li giri, dice Silver, i sondaggi danno alla Clinton un margine di soli due o tre punti, e un percorso geografico tutt’altro che solido per aggregare gli Stati giusti e raggiungere i fatidici 270 voti.
E allora solo gli ispanici possono fermare Donald Trump? Il dato più confortante dell’ultima settimana viene proprio dalla minoranza etnica che Trump ha insultato e demonizzato più sistematicamente. Va ricordato infatti che l’affarista newyorchese cominciò a guadagnare consensi a destra, e si distinse tra i candidati repubblicani delle primarie, proprio quando accusò il Messico di “mandarci qui i suoi criminali, i suoi stupratori, brutta gente”. Poi venne la promessa di costruzione del famoso Muro per rendere invalicabile il confine Sud, “e sarà il Messico a pagarne il costo”. Infine le minacce di deportazioni di massa. Quella propaganda contro gli ispanici ha sicuramente contribuito a rafforzare la popolarità di Trump nella base di destra “nativista”, quella parte di elettorato bianco arciconvinto che l’America stia perdendo la sua anima, che l’immigrazione dal Sud stia stravolgendo la fisionomia della nazione. Ma le parole di Trump hanno avuto effetto anche sugli ispanici. Quelli che da immigrati sono diventati cittadini – e magari temono l’espulsione di un parente, di un amico – si stanno mobilitando come non era mai accaduto. In Florida, Stato-chiave che può decidere l’elezione, l’elettorato di origine ispanica è il 15% del totale. Un tempo i latinos della Florida erano dominati dalla vecchia immigrazione cubana, anti-comunista. Oggi quel mondo è più variegato, i cubani sono in minoranza dopo un forte afflusso di portoricani, messicani, e altri. Se la comunità ispanica va a votare in massa – come sembra dai dati sul voto anticipato – la Florida potrebbe scivolare verso Hillary. E questo sarebbe il colpo di grazia per Trump.
Autore: Federico Rampini | Fonte: repubblica.it