Referendum, gli analisti dei social: “Abbiamo previsto la vittoria del No dai messaggi su Twitter e Facebook”

Referendum, gli analisti dei social: “Abbiamo previsto la vittoria del No dai messaggi su Twitter e Facebook”

Le società che analizzano big data avevano profetizzato l’esito delle urne: “I toni del No erano più rabbiosi, il Sì non ha catturato il popolo della Rete”.

Non chiamateli “sondaggisti” del web. Di fatto, però, le società che analizzano il “sentiment” della Rete ci avevano visto giusto sull’esito del referendum. Il grande “orecchio digitale”, che per mesi ha ascoltato e classificato centinaia di migliaia di conversazioni del popolo dei social, aveva previsto una vittoria del No. Ma ciò che gli analisti di big data non si aspettavano è che lo scarto rispetto al Sì fosse così schiacciante.
Il sorpasso del No.”Dopo il testa a testa delle scorse settimane, nelle ultime 48 ore c’è stato il sorpasso sui social dei contrari alla riforma, con una prevalenza media del 54 per cento contro il 46 per cento dei Sì”, conferma Andrea Melegari, vicepresidente di Expert System, società che disegna scenari monitorando con algoritmi di intelligenza artificiale le parole più usate su Twitter. “A trainare la rimonta del No è stato senza dubbio il M5s – continua Melegari –  che si è mosso su un terreno congeniale: la Rete fa parte del suo Dna, sia i big che i militanti sono consapevoli della potenza dei social e li usano meglio. Viceversa, se escludiamo Renzi, i titolari del Sì sono stati meno incisivi. Twitter ha espresso un voto di pancia”.
10.500 hashtag e curiosità. Su oltre 120mila tweet passati al vaglio, Expert System ha contato più di 10.500 hashtag diversi sul tema referendum: più ottimisti ed “educati” quelli del Sì come  #ilsolesorgeràancora, più urlati o inclini allo scherno quelli del No, come il grillino #grazieGiorgio, riferito al presidente emerito Napolitano dopo la sua dichiarazione “non si vota per tagliare le poltrone”. Mentre nel giorno del voto è schizzato in alto l’hashtag #matitecancellabili, come sottolinea un analogo studio della TIMdataroom,  riferito alla polemica sollevata da Piero Pelù che ha totalizzato in 12 ore 10mila conversazioni.
Tornando all’analisi di Expert System, il verbo più usato è stato “votare”, come confermato dall’affluenza boom alle urne (68,48 per cento). Tra i trending topics ci sono state alcune costanti, come #Senato e #bufale (riferito a entrambi gli schieramenti), e qualche meteora, come #delionapoleone: il presidente del Cnel è rimasto per due giorni in cima ai temi più discussi dopo aver detto alla stampa che il Cnel non sarebbe stato chiuso. “Per entrambi gli schieramenti ha comunque prevalso un sentiment tendenzialmente negativo  – conclude il vicepresidente di Expert System – caratterizzato dalle emozioni ansia e paura”.
Voto antisistema. Anche Reputation Manager, società che si occupa dell’analisi della reputazione on line di privati e brand, ha scandagliato da agosto a fine novembre migliaia di Twitter, post su Facebook e commenti a blog o articoli sul web. E già da alcuni giorni aveva scattato una fotografia molto vicina alla realtà: “Dai nostri calcoli era risultato che il 71 per cento dei commenti fosse favorevole al No”, spiega l’ad Andrea Barchiesi, che aggiunge: “Si sono contrapposte due tipologie di campagne: quella del governo molto istituzionale, con tanta presenza televisiva e opuscoli inviati a casa degli elettori. Dall’altra parte c’è stata invece una corrente popolare più disorganizzata ma rabbiosa. Nel 50% dei casi i fautori del No hanno preso a pretesto la riforma solo per attaccare Renzi. Segno che si è trattato di un voto politico e antisistema, che ha messo insieme soggetti estremamente diversi fra loro”.
Le app per i cellulari. A preannunciare una vittoria del No anche uno studio di Ogury, piattaforma di mobile data, che ha valutato i download delle app sul referendum. L’applicazione “Costituendum” per il Sì è stata la più scaricata rispetto alle concorrenti “Io voto no” e “Comitato per il no”. Ma la “retention”, ossia per quanto tempo gli utenti hanno tenuto le app sul proprio smartphone, è stata migliore per quelle del No (72% di “Io Voto no” contro il 59% di “Costituendum”). L’app del Sì, infatti, aveva un criterio ludico con domande sul referendum, punteggi e una classifica finale. Ma una volta fatto il giochino, veniva buttata via. Mentre quelle del No erano di tipo più informativo. E questo approccio ha fatto la sua parte.

Fonte: Repubblica.it

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