Allargando i confini il partito di governo guadagnerebbe voti alle elezioni comunali, ma a Varsavia non sembrano contentissimi.
Il 26 marzo gli abitanti di Varsavia, la capitale della Polonia, voteranno per decidere se aumentare l’area della città. Il referendum è stato proposto dalla sindaca Hanna Gronkiewicz-Waltz, che è contraria alla proposta di allargamento dei confini fatta dal governo per provare a vincere le prossime elezioni municipali. Gronkiewicz-Waltz è sindaca dal 2006 ed è anche vicepresidente di Piattaforma Civica (PO), il partito europeista e di centro-destra che ha governato la Polonia dal 2007 al 2015 e che ora è all’opposizione dopo aver perso le ultime elezioni contro il partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PIS), di cui fa parte anche la prima ministra Beata Szydło, che però è storicamente molto debole nella capitale Varsavia.
Gronkiewicz-Waltz ha promosso il referendum – che comunque non sarà in alcun modo vincolante – perché spera in una grande vittoria del No, per mostrare al governo di Szydło che gli abitanti della città sono contro la proposta. L’idea di Diritto e Giustizia è di aggiungere 32 municipalità a Varsavia, aumentando così la sua superficie di 2330 chilometri quadrati e la sua popolazione di circa un milione di abitanti. In quel caso Varsavia – che ora ha circa un milione e 700mila abitanti – avrebbe una superficie metropolitana di poco superiore a quella di New York. Per capirci: 2330 chilometri quadrati equivalgono a metà Molise, o a tutto il Lussemburgo.
Secondo Piattaforma Civica nel caso di Varsavia la cosa sarebbe ancora più semplice: Diritto e Giustizia va forte nelle aree di campagna e vuole aggiungerle alle aree che al momento compongono la città di Varsavia (dove da anni va più forte Piattaforma Civica) per provare a governare anche nella capitale. Negli ultimi anni Diritto e Giustizia ha ottenuto molti consensi tra le persone che vivono nelle aree più povere e meno sviluppate del paese e tra le persone che, come ha scritto City Lab, «non hanno beneficiato delle politiche liberiste e post-comuniste» promosse dagli ultimi governi di Piattaforma Civica. Tra le cose proposte in questi anni da Libertà e Giustizia ci sono una controversa riforma della Corte Costituzionale e una proposta di legge per vietare ogni forma di interruzione volontaria di gravidanza.
Sempre City Lab – un sito gestito dall’Atlantic e che si occupa di urbanistica, da ogni suo punto di vista – ha scritto che «non c’è nessuna specifica evidenza o nessun precedente – per dire che Varsavia funzionerebbe meglio se fosse più grande. E anche in altre città che hanno provato a fare la stessa fusione tra aree urbane e aree suburbane i risultati sono stati di diverso tipo». Toronto, in Canada, ci provò nel 1998, con risultati deludenti. Tra l’altro, molte delle aree che Libertà e Giustizia vorrebbe aggiungere a Varsavia sono foreste o aree agricole, quindi pochissimo popolate. Il problema – come ha spiegato Gronkiewicz-Waltz qualche settimana fa – sarebbe che Libertà e Giustizia potrebbe dividere quei territori in modo da ottenere seggi in consiglio comunale grazie ai voti espressi in aree grandi ma poco abitate. In quel caso i tanti abitanti di Varsavia-città finirebbero per essere meno influenti, diventando sotto-rappresentati.
A prescindere dal risultato del referendum, Libertà e Giustizia potrebbe comunque decidere, a livello statale, di cambiare i confini di Varsavia. Al momento non è anzi nemmeno certo che il referendum si farà: il governatore della Masovia, la regione (o più propriamente il voivodato) in cui si trova Varsavia, sta cercando di bloccare il referendum.
Fonte: ilpost.it