La mappa della rabbia degli italiani online

La mappa della rabbia degli italiani online

Secondo alcune pubblicazioni che vanno oramai per la maggiore, almeno in questi ultimi mesi, è un luogo comune identificare la Rete, e i social media in particolare, come una agorà negativa, in cui a regnare sono troll, fake news, e hater. Ma è veramente così, almeno in Italia? Per cercare di capire un po’ meglio questo fenomeno, abbiamo deciso di analizzare, attraverso la piattaforma Voices Analytics circa 80 milioni di tweet georeferenziati nelle 110 province italiane e pubblicati nella seconda metà del 2016. L’obiettivo, in occasione del recente convegno di Trieste Parole Ostili, era quello di identificare, mappare e poi analizzare la relativa rabbia degli italiani. L’analisi si è sviluppata in due fasi: al primo stadio un sotto-insieme di post è stato codificato manualmente. Tale passaggio è fondamentale per comprendere appieno il linguaggio utilizzato per esprimere un certo contenuto emotivo in un testo. Nel secondo stadio, l’algoritmo iSa (integrated Sentiment Analysis), estende all’intero universo dei tweet quanto appreso nella fase di codifica umana.

In questo modo, diventa possibile combinare una analisi qualitativa con un approccio statistico altamente affidabile sui big data.

Cosa ci dicono dunque i dati? L’analisi ci mostra che circa 1 tweet ogni 10 contiene una forte carica di rabbia. Ma è tanto o poco? Per avere un benchmark di riferimento, abbiamo messo in relazione l’andamento temporale della rabbia online con il suo alter-ego, ovvero con la percentuale di tweet che esprimono un chiaro messaggio da parte degli utenti di amore. Facendo così dal periodo temporale considerato dall’indagine emergono chiaramente due punti. Primo: se è vero che complessivamente, la percentuale di tweet arrabbiati batte quelli di affetto (8,9% vs. 7,9%), fino all’inizio di novembre la situazione era l’opposta, con l’amore che doppiava la rabbia nei tweet italici. Questo ci porta al secondo punto: da inizio novembre, la rabbia online esplode, toccando il suo picco nella prima settimana di dicembre, dove circa il 30% di tweet contenevano elementi di odio. Nelle settimane successive la situazione rientra solo marginalmente, seppur osservando una non sorprendente crescita di commenti ricchi di amore in coincidenza del Natale.

L’andamento temporale della percentuale di rabbia e amore online

È facile individuare come l’attualità politica abbia avuto un ruolo chiave nel determinare l’andamento temporale osservato: è infatti in corrispondenza delle presidenziali americane prima e della campagna per il referendum costituzionale poi, che gli animi si sono scaldati facendo schizzare la rabbia verso l’alto. Che sia proprio questo l’evento scatenante è confermato dal dato della rabbia verso la classe politica con il 40,4% è la principale destinataria di tweet di questo tipo: da avversari politici, si diventa nemici, e da qua passare a una espressione di odio e di rabbia, il passo è ovviamente breve. Gli altri target principali della rabbia dei tweet (al netto della categoria altri) sono poi quelli misogini (27,7%), xenofobi (23,3%) e infine quelli omofobi (8,6%).

I quattro principali target della rabbia online (al netto della categoria Altri)
I quattro principali target della rabbia online (al netto della categoria Altri)

Ma quali sono le zone più arrabbiate in Italia? La capitale della rabbia è la capitale d’Italia, Roma, che guida anche le classifiche dell’omofobia e della xenofobia; Taranto è invece maglia nera per la misoginia, mentre la rabbia verso i politici è al suo massimo a Milano. Nella mappa qui di seguito, che illustra la distribuzione della rabbia tra le province italiane, il bianco corrisponde alla media nazionale; una maggiore intensità di nero indica un valore superiore a tale media, mentre il blu un valore via via inferiore (al seguente link si può scaricare la classifica di tutte le province italiane per ciascuna voce di rabbia).

La mappa provinciale della rabbia online (più è nero il colore, maggiore è la rabbia rispetto alla media nazionale; viceversa con il blu)
La mappa provinciale della rabbia online (più è nero il colore, maggiore è la rabbia rispetto alla media nazionale; viceversa con il blu)

Non è tuttavia casuale la presenza di Roma e Milano ai vertici della rabbia degli italiani: esiste infatti una chiara tendenza in quelle che possiamo considerare le metropoli italiane a manifestare tassi di rabbia più elevati rispetto ai centri medi e piccoli, segno di uno stress urbano che esercita un impatto (negativo) anche sul mondo online.

La relazione tra la rabbia online e la popolazione provinciale
La relazione tra la rabbia online e la popolazione provinciale

Esplorando i dati emergono ulteriori correlazioni interessanti, come quella positiva tra lo scarso livello di sicurezza e il livello di rabbia registrato nelle varie zone d’Italia, mentre la ricchezza media delle province appare relazionata positivamente con la rabbia espressa online. Un dato, quest’ultimo, interessante e un po’ in contro-tendenza rispetto a una certa letteratura che sottolinea come il disagio debba andare necessariamente di pari passo con le difficoltà economiche. Al contrario, la relazione tra rabbia xenofoba online e la percentuale di cittadini extra-comunitari residenti in ciascuna provincia appare sostanzialmente piatta, a conferma del fatto che devono essere in moto altri meccanismi, più politici, per generare una crescita di astio verso gli stranieri. Meccanismi che agiscono indipendentemente dal numero di stranieri residenti in un dato contesto.

La relazione tra rabbia xenofoba online e percentuale di cittadini extra-comunitari residenti in ciascuna provincia
La relazione tra rabbia xenofoba online e percentuale di cittadini extra-comunitari residenti in ciascuna provincia

L’ultima analisi coinvolge direttamente il voto al Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni europee nelle varie province d’Italia: quest’ultimo risulta positivamente correlato con l’insofferenza verso la classe politica registrato online. E qui, nessuna sorpresa. Ma tale percentuale di voto risulta correlata positivamente anche con il contenuto di amore dei post online. Populisti sì, ma anche innamorati?

La relazione tra la rabbia verso la classe politica (a sinistra) e l’amore online (a destra) con la percentuale di voti ottenuta dal M5S nelle ultime Europee 2014
La relazione tra la rabbia verso la classe politica (a sinistra) e l’amore online (a destra) con la percentuale di voti ottenuta dal M5S nelle ultime Europee 2014

Fonte: wired.it | Autori: Andrea Ceron, Luigi Curini, Stefano M. Iacus

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