E’ risorto il centrodestra? Le vittorie di Genova, Sesto San Giovanni, Verona e L’Aquila, solo per citarne alcune, hanno galvanizzato lo schieramento moderato che ora si interroga sui vari modelli da seguire in vista delle elezioni Politiche.
1. Il modello Toti: centrodestra unito, dalla Lega agli alfaniani
Il governatore ligure Giovanni Toti preme perché si costruisca un “modello di centrodestra unito” con una coalizione che vada dalla Lega Nord agli alfaniani così da replicare le vittorie in Regione anche a livello nazionale. Uno schema di gioco che può prevedere anche una legge elettorale proporzionale, ma a patto che salvaguardi governabilità e bipolarismo. Toti lo ha spiegato in una recente intervista al Corriere della Sera: «Io sarei per una lista unica, una federazione, anche una coalizione in ultima analisi, in ogni caso serve una legge per cui i partiti si presentano agli elettori dicendo chiaramente con chi sono alleati, con che programma, con quale classe dirigente». E ancora: «Una legge che permetta alla gente di votare chi ci mette la faccia, e non lasci tutto il potere di selezione ai partiti. E una legge che oltre alla proporzionalità dia un premio di governabilità, secondo la più classica dottrina berlusconiana: di qua o di là, per una scelta di campo».
2. Il modello Berlusconi: legge elettorale proporzionale con un occhio a Renzi
Silvio Berlusconi, dal canto suo, a urne chiuse ha ribadito la necessità di restare uniti ma ha anche precisato che la coalizione deve avere «un chiaro profilo liberale, moderato, basato su radici cristiane, secondo il modello di centrodestra vincente in tutt’Europa e oggi anche in Italia». La guida dello schieramento moderato non può, dunque, essere in mano a Matteo Salvini e pertanto il proporzionale è l’unico modo per avere le mani libere dopo le elezioni. Su questo punto il Cav trova il sostegno di Gianni Letta e del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, mentre è osteggiato da Renato Brunetta e dall’ala forzista che non vuole più accordi con Matteo Renzi. In un’intervista rilasciata il 30 giugno al Corriere della sera, Berlusconi ha dichiarato: «Non mi ero accorto che ci fossero due centrodestra. Io ne conosco uno solo, quello che ho inventato 23 anni fa e con cui abbiamo vinto molte elezioni a tutti i livelli. Un centrodestra unito, plurale, vincente. Quale sarebbe l’altro? Quello della signora Le Pen, che ha garantito la vittoria della sinistra in Francia?».
3. Il modello Salvini: il Cav resta la prima opzione, ma il M5s…
Salvini appoggia, invece, il ‘modello Liguria’ e punta a una legge elettorale di tipo maggioritario. «Chi vuole il proporzionale vuole l’inciucio, vuole il minestrone e vuole tenere il piede in due scarpe», avverte Salvini che ambisce alla leadership del centrodestra forte del fatto che la Lega Nord, ora, prende più voti di Forza Italia. Vi sono, però, anche forti difficoltà a radicarsi al Sud e questo mina il progetto salviniano. Sullo sfondo resta la possibilità, sempre smentita, di un’alleanza con il Movimento 5 stelle, qualora Salvini e Berlusconi non trovassero le giuste convergenze. Se si andasse al voto con una legge elettorale proporzionale e si creasse una situazione di stallo in Parlamento, non è escluso che i leghisti potrebbero trovare un’intesa su singoli punti con i grillini per un governo a Cinquestelle. Per ora questo scenario rientra nella “fantapolitica”, mentre la posizione di Salvini è molto chiara sul versante di centrodestra: niente inciuci con Renzi e niente alleanze con i centristi.
4. Il modello Meloni: né renziani né grillini e legge elettorale maggioritaria
Sia Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sia Raffaele Fitto, ex governatore della Puglia che nel 2015 ha fondato un suo movimento, in queste settimane hanno ripetuto lo stesso concetto: né renziani né grillini e sì a una legge elettorale maggioritaria. Per la Meloni «la moderazione è una categoria che in politica non esiste più: a me non interessano le etichette, mi interessano i contenuti. Parliamo di quelli e da quelli voglio partire per costruire la coalizione di centrodestra». Meloni chiede a Berlusconi di smetterla di ‘inciuciare’ con Renzi e di giocare per vincere. «Io voglio vincere», ha spiegato a Repubblica, «e come me Salvini e Toti: tra noi c’è gioco di squadra. Chi vuole stare dalla parte degli italiani, bene, le porte sono aperte: ma si faccia chiarezza, una volta per tutte».