In Italia si è rotto il meccanismo che permetteva di migliorare il proprio posizionamento lungo la scala sociale nell’arco di una vita, quello che viene comunemente definito ascensore sociale.
La conferma ai sospetti di molti concittadini viene da uno studio di Banca d’Italia dal titolo “Istruzione, reddito e ricchezza: la persistenza tra generazioni in Italia” a firma di Luigi Cannari e Giovanni D’Alessio.
Secondo l’analisi, non solo istruzione, reddito da lavoro e ricchezza continuano a passare in eredità da genitori ai figli, ma anzi tale tendenza ha registrato un aumento negli ultimi anni, classificando il nostro Paese come uno di quelli caratterizzati dalla minore mobilità fra generazioni. Significa che chi nasce oggi in una famiglia benestante avrà buone possibilità di mantenersi all’interno di tale classe sociale, ma allo stesso tempo che è particolarmente complicato per chi nasce in una fascia di censo bassa spostarsi verso una classe più agiata, con buona pace della mobilità intergenerazionale, elemento decisivo per garantire uguaglianza ai cittadini.
Le condizioni di partenza sono invece decisive per la definizione dello status di una persona, soprattutto se si considerano anche altri fattori ambientali quali quartieri di provenienza, scuole frequentate, amicizie familiari. La ricerca sottolinea ad esempio che “uno dei canali di trasmissione delle condizioni di benessere dai genitori ai figli è l’istruzione”. E anche da questo punto di vista l’Italia appare ingessata, perché “le stime mostrano una elevata persistenza intergenerazionale nei livelli di istruzione”.
“Esaminando quanta parte della variabilità degli anni di istruzione, del reddito e della ricchezza di una persona è spiegata dalle sue “condizioni di partenza”, ovvero dalle caratteristiche della famiglia di origine e da alcuni fattori (come il luogo di nascita e il sesso) che non sono sotto il suo diretto controllo, si riscontra in generale una forte rilevanza di queste variabili nello spiegare il successo dei singoli”, si legge nella ricerca. “Nel caso dell’istruzione, il trend è decrescente fino al 2006 è nuovamente crescente negli anni successivi. Per il reddito e la ricchezza, invece, le condizioni di partenza hanno un effetto tendenzialmente crescente nel periodo esaminato. Il fenomeno è in parte attribuibile alla crescente quota di residenti provenienti da altri paesi”.
“Alcune stime effettuate su dati riferiti alla famiglia allargata, che include nel suo perimetro anche i fratelli e le sorelle nonché la famiglia di origine del coniuge – purtroppo disponibili solo per il 1993 – suggeriscono che il peso delle condizioni di partenza possa essere più consistente di quanto comunemente ipotizzato sulla base della sola relazione tra genitori e figli. Secondo queste stime, l’impatto della famiglia di origine, includendovi tutti i fattori che ad essa possono essere fatti risalire (come il reddito, la ricchezza, le aspirazioni trasmesse, gli elementi culturali, le conoscenze, ecc.) nonché tutti i fattori extrafamiliari che sono condivisi dai fratelli (come i quartieri, gli ambienti e le scuole frequentati), sfiora il 90 per cento della variabilità del reddito”.
Fonte: Forbes Italia.