Provenienza – Più in generale, per il 78% degli intervistati, i migranti arrivano principalmente dall’Africa. Solo una minima parte, l’8 per cento, fornisce una visione corretta. Infatti, stando ai dati Istat rielaborati da Ixè, sono europei più di due milioni di stranieri residenti in Italia. Più del doppio di africani e asiatici, entrambi poco sopra il milione. Guardando alla cittadinanza, i più presenti sono gli albanesi, seguiti da marocchini e cinesi.
Genere – Un altro cliché è il fatto che i migranti siano tutti maschi. Più del 60% degli intervistati si rispecchia nello stereotipo, credendo che le persone arrivate in Italia negli ultimi anni siano prevalentemente uomini. In realtà la quota di donne, dal 2012 al 2016, supera sempre il 40 per cento.
Scolarizzazione – Due su tre degli intervistati sono anche convinti che in generale gli stranieri abbiano un livello di istruzione più basso di quello medio italiano, o addirittura molto più basso (33%). I dati Istat invece dicono che gli stranieri diplomati superano quelli italiani (38 contro 36 per cento), mentre la proporzione si ribalta di poco se si guarda ai laureati (14 contro 11 per cento).
Da cosa scappano – Un’altra contraddizione riguarda invece i motivi delle migrazioni. Gli intervistati infatti sono convinti allo stesso modo (circa la metà) che chi arriva in Italia fugge da condizioni economiche pessime ma anche dalle guerre.
La cittadinanza – Infine quello che l’istituto Ixè definisce “la spia di un’ulteriore distorsione percettiva“: oltre la metà degli intervistati concederebbe la cittadinanza a chi “vive in Italia da almeno 5/10 anni“, a chi “è nato in Italia da genitori stranieri” (il 36%), a chi “ha un contratto di lavoro o un’attività lavorativa in proprio” (49%). Risposte che dimostrano come la maggioranza degli italiani tenda a credere che i migranti siano presenti nel nostro Paese da pochi anni.
Fonte: Il Fatto Quotidiano