Conte, Salvini e Di Maio. Tutti in campo in vista delle cruciali elezioni di maggio. E ognuno con una strategia autonoma e distinta.
Accostare il premier Giuseppe Conte alla campagna elettorale per le Europee è forse eccessivo ma il presidente del Consiglio, al pari di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, è in campo per cambiare l’Europa. Non è un caso che ieri dallo studio di Porta a porta abbia bacchettato le istituzioni europee per come (non) stanno affrontando il problema dell’immigrazione. Una “delusione forte” e una richiesta reiterata di “una svolta” seguita all’appello affinché Malta metta fine “alle politiche di rigore”.
Ma il Capo dell’esecutivo si muove a livello istituzionale, parla della Angela Merkel “come persona affidabile”, di Jean-Claude Juncker come “una grande personalità” mentre da Parigi sottolineano che l’interlocutore di Emmanuel Macron è Conte, non certo di Maio.
Luigi Di Maio, invece, si muove su un altro orizzonte. Da ieri è a Bruxelles per una serie di incontri propedeutici alla collocazione del Movimento alle Europee. Il suo endorsment ai gilet gialli “per fini elettorali interni” non è stato gradito da Parigi ma è stato lo stesso presidente del Consiglio a spiegare come Di Maio abbia parlato da capo politico del Movimento 5 stelle, non da vicepremier. Una tesi respinta in toto dalle forze dell’opposizione che si prepara all’appuntamento di primavera per cercare di opporsi ai giallo-verdi. Confronto aperto nel Pd (anche in vista del congresso) mentre Berlusconi oggi dovrebbe essere a Roma proprio per cominciare a studiare il ‘dossier’ della sua candidatura.
Fonte: Agi.it. Autore: Giovanni Lamberti