Le elaborazioni dell’Europarlamento: euroscettici in crescita, ma con l’apporto dei liberali popolari e socialdemocratici possono tenere il controllo di Strasburgo.
Il terremoto politico non ci sarà, ma lo scossone arriverà comunque perché dati alla mano popolari (Ppe) e socialdemocratici (S&D) europei da soli non avrebbero più il controllo del Parlamento europeo e le forze euro-scettiche e anti-sistema avanzeranno. Se si andasse al voto il prossimo fine settimana, i due gruppi insieme avrebbero 318 seggi, 35 meno della maggioranza minima necessaria per poter garantire il corretto funzionamento dell’Eurocamera. Questo gap potrebbe però essere colmato dai liberali (Alde), previsti in crescita anche senza la presenza de la Republique en Marche!, il partito del presidente francese, Emmanuel Macron. Anche la Commissione in carica e guidata da Juncker venne eletta anche con i voti dell’Alde, e dunque da un punto di vista politico il funzionamento dell’Aula dovrebbe essere garantito.
Tutto questo emerge dalle prime proiezioni sulla composizione della prossima Aula, realizzate dal Parlamento europeo sulla base degli ultimi sondaggi nazionali condotti in tutti gli Stati membri, che l’istituzione comunitaria ha raccolto ed elaborato. Si tratta del primo esercizio di questo tipo, che il Parlamento Ue intende condurre due volte al mese da qui al voto di maggio (23-26), per smettere di aggiornare le proiezioni in quei Paesi dove vige il silenzio elettorale, tra cui l’Italia.
I principali partiti tradizionali arretrano
I partiti tradizionali restano le principali forze politiche, ma perdono terreno. Se si andasse al voto questa settimana il Ppe sarebbe comunque il primo gruppo parlamentare con 183 seggi, 34 in meno rispetto a quelli occupati attualmente. Il grande sconfitto del voto risulterebbe il partito socialista europeo, che vedrebbe ridursi la propria truppa di europarlamentare di 51 unità, e fermarsi a 135 seggi.
Avanzano i gruppi anti-sistema
Gli attuali gruppi parlamentari che riuniscono le diverse forze euroscettiche e anti-sistema invece avanzano. Si tratta dei due gruppi Efdd (Europa della libertà e della democrazia diretta) e Enf (Europa delle nazioni e della libertà), dove attualmente siedono rispettivamente Movimento 5 Stelle e Lega. Mentre il primo gruppo arriverebbe a 43 seggi (+2), il secondo registrerebbe un piccolo boom salendo a 59 seggi (+22, il maggiore aumento tra tutti i gruppi), diventando il quarto gruppo parlamentare dopo popolari (Ppe), socialisti (S&D) e liberali (Alde).
Sul gruppo Efdd pesa l’addio britannico. Qui siede l’Ukip, che contribuisce con 17 membri. Con l’uscita di scena dei britannici l’Efdd risulterebbe penalizzato, ma se nonostante questo il numero complessivo è previsto in crescita allora la performance dei partiti anti-sistema di questo gruppo è migliore di quello che si può desumere da un’analisi a prima vista.
Verdi e Liberali aghi della bilancia
Con la grande coalizione Ppe-S&D di per sé non più possibile, la maggioranza richiederà un’alleanza con almeno uno dei due gruppi tra liberali e Verdi. I primi conterebbero 75 seggi (+7 senza En Marche!, conteggiato tra i seggi attribuiti ad ‘altri’), i secondi 45 (-7), e quindi in grado di colmare il vuoto di 35 voti mancanti per approvare o respingere i provvedimenti in Aula. I liberali appaiono l’alternativa più fattibile.
I Verdi hanno già da tempo espresso la loro contrarietà a sostenere il candidato del Ppe, Manfred Weber, alla presidenza della Commissione europea, e la volontà di non fare concessioni. L’alleanza eventuale con i Verdi dovrà essere negoziata, come del resto quella con i liberali.
Crollano i conservatori: è l’effetto Brexit
Le proiezioni del Parlamento europeo si basano sull’assunto che il Regno Unito non partecipi alle elezioni per via della Brexit, che dovrebbe realizzarsi a fine marzo, prima delle elezioni europee. L’effetto immediato è il crollo del gruppo dei Conservatori (Ecr), dove attualmente siedono i conservatori britannici, la delegazione più numerosa del gruppo. Si prevedono 24 europarlamentari in meno per il gruppo, che dovrebbe portarne a Bruxelles 51 (contro gli attuali 75).
Italia: Lega primo partito, 5 delegazioni previste
Da un punto di vista tutto italiano, la Lega risulta attualmente il partito per cui la maggioranza degli italiani intendono esprimere la preferenza. Si attesta come primo partito al 32,4%, staccando il Movimento 5 Stelle di quasi sette punti (25,7%). Terzo partito il Pd (17,3%). Forza Italia (8,7%) e Fratelli d’Italia (4,4%) le altre formazioni che risulterebbero capaci di raggiungere e oltrepassare la soglia di sbarramento del 4% prevista e portare europarlamentari a Bruxelles e Strasburgo. +Europa si fermerebbe al 3,3%. Per arrivare a Bruxelles saranno necessarie alleanze.
Il dilemma dei Cinque stelle, al momento senza gruppo
Se le cose restassero come sono, il Movimento avrebbe non pochi problemi, visto che al momento solo una delle forze politiche con cui sta cercando di formare un gruppo porterebbe persone in Parlamento. Sono previsti 0 seggi per i polacchi di Kukiz15, per i finlandesi di Liike Nyt, e per i greci di Akkel. Solo i croati di Zivi Zid risulando in grado di eleggere parlamentari (due, grazie al 12,3% dei consensi di cui gode attualmente).
Fonte: La Stampa. Autore: Emanuele Bonini