Dopo due anni di trattative i 28 Paesi dell’Ue hanno approvato il tanto dibattuto testo sul diritto d’autore. Google: «Riforma impatterà sulle economie creative e digitali dell’Europa»
Si è arrivati alla fine della tanto dibattuta legge sul copyright. Dopo due anni di lunghe trattative il Parlamento europeo ha approvato la nuova direttiva sul copyright nel mercato unico digitale, ponendo fine a tre anni di lunghi e difficili negoziati, segnati dalle polemiche per la necessità di garantire la libertà su internet e la giusta remunerazione ai titolari dei diritti autore. Il testo è stato approvato con 348 voti a favore, 274 contro e 34 astensioni.
La reazione di Google
«La direttiva sul copyright è migliorata, ma porterà comunque a incertezza giuridica e impatterà sulle economie creative e digitali dell’Europa. I dettagli contano e restiamo in attesa di lavorare con politici, editori, creatori e titolari dei diritti mentre gli Stati membri dell’Ue si muovono per implementare queste nuove regole», questo il commento di Google dopo l’approvazione da parte dell’Europarlamento.
Le posizioni delle forze politiche italiane
Gli eurodeputati di Lega e M5S hanno votato compatti contro la direttiva europea sul copyright, approvata a Strasburgo. A favore della riforma Forza Italia, la stragrande maggioranza del Pd (solo 3 contrari, Brando Benifei, Renata Briano e Daniele Viotti) e gli eurodeputati italiani di Ecr. Tra gli altri contrari Elly Schlein e Sergio Cofferati (S&D), Marco Affronte (Verdi) Eleonora Forenza e Barbara Spinelli (Gue). Astenuta l’ex M5S Giulia Moi.
Per Adinolfi (M5S) «il Parlamento europeo volta le spalle ai cittadini». Di segno opposto invece le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, favorevole con tutta Forza Italia al provvedimento e che si complimenta «con il Presidente Antonio Tajani per il coraggio con il quale ha difeso il Parlamento Europeo dalle ingerenze e dai tentativi di limitarne l’autonomia». Per l’ex ministra Lorenzin «l’approvazione della direttiva europea sul copyright è una vittoria di civiltà a difesa del diritto d’autore e della creatività» e si dispiace «che Lega e M5S, abbiano invece votata a favore dei grandi affaristi della rete».
Gli obbiettivi della direttiva
La riforma era passata dall’approvazione del Consiglio dell’Ue che a metà febbraio era riuscito a trovare un compromesso tra i 28 stati membri sul testo votato in Parlamento, nonostante l’opposizione di Italia, Olanda, Lussemburgo, Polonia e Finlandia.
La normativa è volta a colmare il divario tra il grande potere e gli introiti delle grandi piattaforme di diffusione di contenuti protetti da copyright e la remunerazione degli autori e detentori dei diritti d’autore.
Con la riforma sarà responsabilità delle piattaforme, come Facebook, Instagram e YouTube di autorizzare il caricamento dei contenuti verificando se siano protetti o meno dal diritto d’autore. Per i critici della riforma queste norme darebbero troppo potere alle piattaforma nella scelta di cosa filtrare.
Agli editori viene data la possibilità di negoziare accordi con gi aggregatori di notizie, come Google news, per farsi pagare l’utilizzo dei loro contenuti. A non essere protetti sono i cosiddetti snippet, ovvero le parole che anticipano il contenuto di un articolo. I link rimangono liberi e gratuiti.
Il compositore Piovani ha così commentato l’approvazione della normativa sul copyright: «È uno scampato pericolo. Si è rischiato di fare dei passi indietro nel diritto d’autore è che una conquista di civiltà nata con la rivoluzione francese: bisogna evitare che venga cancellata dalla rivoluzione digitale».
«Questa direttiva serve a ristabilire che il lavoro creativo deve essere remunerato, così come la storia dei nostri Padri Fondatori ci ha insegnato», aveva detto Morricone, che insieme ad altri artisti è tra i maggiori sostenitori del provvedimento.
Tra i maggiori promotori della riforma case discografiche e cinematografiche e associazioni degli autori che vedono nella direttiva una tutela per il diritto d’autore nell’era del digitale.
Poco prima del voto il popolare tedesco Axel Voss, tra i maggiori promotori della riforma, aveva risposto alle critiche di alcuni deputati: «Non c’è censura con questa riforma. Con questa riforma la libertà di espressione non viene limitata. Con questa riforma creiamo certezza del diritto per delle opere protette dai diritti d’autore e creiamo nuove possibilità per utenti e cittadini».
«Gli utenti non avranno la responsabilità se caricano qualcosa», aveva chiarito Voss, «Saranno le piattaforme a avere la responsabilità», ha continuato il relatore Voss. «La responsabilità sarà delle piattaforme che dovranno verificare se il materiale è legale».
Fonte: Open Online