Si inasprisce lo scontro tra Lega e Cinque Stelle e tra i partiti di governo e quelli di opposizione, ma tutto ciò è comprensibile, visto che si avvicina il voto del 26 maggio. Anche i giornali tendono ad assumere posizioni sempre più nette, pro o contro gli alleati di maggioranza, e sembra quasi che anche loro stiano portando avanti una vera e propria campagna elettorale.
Ma rimane sullo sfondo il tema delle fake news e del rischio che attraverso la rete si possa contaminare il consenso elettorale e si possano quindi produrre risultati elettorali condizionati da manipolazioni di ogni tipo. Per questo occorre tenere alta la guardia e imporre ai colossi del web un atteggiamento più collaborativo rispetto alla rimozione di contenuti fake.
Sono state pubblicate dalla Commissione europea le ultime relazioni di Facebook, Google e Twitter sui progressi fatti durante lo scorso mese nel contrasto online alla disinformazione nel Vecchio Continente, soprattutto in vista delle elezioni europee del 23-26 maggio 2019.
Le tre piattaforme digitali hanno firmato nei mesi scorsi il Codice di buone pratiche contro la disinformazione, impegnandosi a riferire mensilmente sulle loro azioni in vista delle prossime elezioni per il rinnovo dei membri del Parlamento europeo.
“Tutti e tre – si fa sapere dalla Commissione- hanno iniziato a segnalare i messaggi pubblicitari di natura politica sulle loro piattaforme. In particolare, Facebook e Twitter hanno reso accessibili al pubblico le biblioteche di pubblicità politica, mentre la biblioteca di Google è entrata in una fase di test. Tali azioni forniscono al pubblico una maggiore trasparenza per quanto riguarda i messaggi pubblicitari di natura politica”.
Nello specifico, Google, in quanto motore di ricerca, ha riferito di specifiche azioni adottate per migliorare il controllo del posizionamento delle notizie all’interno dell’Unione europea e dei singoli Stati membri.
Facebook ha invece fornito dati relativi alle azioni intraprese contro la disinformazione e la pubblicazione di contenuti di scarsa qualità, forvianti e palesemente falsi. La sua politica sugli annunci politici ed elettorali sarà estesa anche a Instagram.
Twitter, oltre il Report sugli annunci politici ed elettorali e su fake news e disinformazione, ha anche raccolto le azioni intraprese contro spam e falsi account. Tutte azioni utili, ma chiariscono a Bruxelles:
“Sono necessari ulteriori miglioramenti tecnici e la condivisione della metodologia e dei set di dati per i profili falsi, in modo da consentire agli esperti di terze parti, ai verificatori di fatti e ai ricercatori di condurre valutazioni autonome”.
Permane la necessità che il Parlamento europeo e le autorità regolatorie nazionali affrontino l’argomento delle tutele e dei diritti degli utenti di internet e si confrontino sulle regole più efficaci da adottare.
Da un’indagine realizzata da Eurobarometro nel novembre 2018, è emerso che la maggioranza dei cittadini dell’Unione è preoccupata proprio per i danni (ingerenze, interferenze, orientamento) che le campagne di disinformazione, le violazioni dei dati e gli attacchi informatici, possano provocare prima, durante e dopo i processi elettorali.
Fonte: Huffington Post | Autore: Ruben Razzante