Luca Morisi e il decoro della consulenza politica

Luca Morisi e il decoro della consulenza politica

Niccolò Machiavelli quando ha inviato in dono “Il Principe” a Lorenzo de Medici (non il Magnifico, l’altro) stava cercando un lavoro. Era a casa sfaccendato, desiderava ritornare nel cuore degli avvenimenti e quindi pensò di mettere il proprio talento e la propria conoscenza dei sottili meccanismi della Politica a disposizione del giovanissimo nipote del Magnifico, nella speranza di essere chiamato al suo fianco come consigliere. Insomma, voleva fare il consulente politico.

E per presentare l’opera mette bene in chiaro i ruoli: non si candida a fare il picchiatore o il guardaspalle, ma – traduco in italiano moderno per facilità di lettura – “desiderando offrire una prova della mia devozione, non ho trovato tra le mie cose nulla che io abbia più cara o stimi maggiormente quanto la conoscenza delle azioni dei grandi uomini, che ho appreso attraverso una lunga esperienza delle cose moderne e una continua lezione ricavata da quelle antiche. Una lezione sulla quale ho lungamente riflettuto e che ho analizzato con grande diligenza, riuscendo a sintetizzarla in un volumetto che invio alla Magnificenza Vostra.” Offre cioè conoscenza ed esperienza, per consentire a Lorenzo di affrontare la prova del governo su basi più salde, razionali e intellettualmente solide.

Fare il consulente politico non significa essere l’uomo dei lavori sporchi, il Luca Brasi del capobastone di turno. E’ più complicato, molto più complicato ed è un vero peccato che la professione abbia (per ora) fallito nel raggiungere lo scopo dell’albo professionale e di un codice etico condiviso. Però un consulente politico deve sempre mantenere un certo distacco e aiutare in molti modi il proprio cliente, ma tra questi non c’è il sobillarne gli istinti peggiori, così come l’avvocato difensore di un imputato di omicidio non è certo tenuto ad occultare in un cassonetto le prove della colpevolezza del patrocinato. Ci sono dei confini dunque, nell’interesse della dignità e della rispettabilità della professione.

E veniamo al punto. Ho trovato questo post-cassonetto. Premesso che il peggior ministro della storia è per molti tra noi Matteo Salvini ho pensato un attimo alla “Bestia” (cioè quel sistema di pestaggio virtuale a senso unico che connota la comunicazione leghista) e a Luca Morisi che ne è la mente (o la bile) ispiratrice.

L'immagine può contenere: 4 persone, meme, il seguente testo "@Legasalvinipremier 1 2 SCEGLI IL PEGGIOR MINISTRO DELLA STORIA 3 4"

Intendiamoci, Morisi non è uno stupido e non è un cavernicolo. Ha laurea e dottorato di ricerca in Filosofia, ha insegnato all’Università e svolge attività assimilabili alla consulenza politica. Cioè è un collega. Eppure io non credo che lui ed io facciamo lo stesso lavoro perché – nella mia visione – la

professione di consulente politico ha una sua nobiltà: serve ad alzare il livello della Politica, serve a portare cultura e intelligenza in un ambito sociale apparentemente in inarrestabile declino e quindi, in ultima analisi, la nostra funzione non è solo quella di accrescere il consenso dal punto di vista numerico, ma anche qualitativo. Un consulente politico dignitoso contribuisce ad arricchire il dibattito democratico attraverso una funzione di supplenza di quelle scuole di politica che ormai non esistono più. E – grazie al nostro aiuto – il leader politico dovrebbe alla fine risultare migliore, non peggiore.

Questo fa il consulente politico, almeno così riteneva il Machiavelli sopra citato, che di noi è il Padre indiscusso. Ma così non fa Morisi, che ha deciso di svendere la propria indubbia intelligenza trasformandosi in un volgare picchiatore da tastiera.

Egregio Collega, per gettare quattro donne nel pozzo nero della volgarità, della violenza e del sessismo dei fanatici non serve il dottorato di ricerca in Filosofia o tutti i titoli sbandierati nel Tuo curriculum: per questo genere di attività va benissimo qualsiasi manovalanza illetterata dotata di un po’ di tempo libero e una connessione internet decente. Tu invece avresti bisogno di senso del decoro, di dignità, di passione civile.

E soprattutto dovresti trasmetterle al tuo Padrone. Questo fa un vero consulente politico: rende la politica migliore. Cosa che tu non fai e – siccome hai gli strumenti intellettuali e culturali per capirlo – sei doppiamente colpevole.

 Marco Cucchini | Poli@rchia (c)

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