Quanto è minuscola la nostra politica? Ci fu un tempo in cui l’Italia repubblicana giocava un ruolo su diversi tavoli del pianeta, non solo come membro fondatore dell’UE, ma anche grazie a una classe dirigente che si sentiva parte di uno schema più ampio… Penso ovviamente a Alcide De Gasperi, Aldo Moro o Giulio Andreotti, che avevano idee molto chiare sul ruolo dell’Italia nel Mondo, ma anche – per stare in tempi più recenti – a Enrico Berlinguer o Bettino Craxi.
La politica estera era pane quotidiano nei partiti, anche a livelli più bassi. Non era insolito nelle assemblee del PDS sentire interventi che citavano questioni di carattere internazionale, magari alle volte in modo ingenuo, ripetendo l’articolo di fondo dell’Unità del giorno prima, ma la sensibilità e la consapevolezza esistevano.
Oggi sulla stampa ci sono due stimoli, che se fossi candidato presidente del Consiglio mi farebbero riflettere profondamente. L’intervista all’ammiraglio Cavo Dragone, capo di Stato Maggiore della Difesa e l’articolo che allego sotto, dal Corriere della Sera di oggi.
L’ammiraglio spiegava le incursioni in Adriatico di unità della marina militare russa e le azioni di contrasto della nostra marina e afferma in un inciso “qui [nel Mediterraneo] si trovano le fonti di approvvigionamento di Mosca, perché il Nord Africa è un’area che i russi vogliono destabilizzare e noi dobbiamo muoverci per impedirlo”… e subito ho visto scene di sommosse e guerre civili in Algeria, per creare il caos, riempirci di profughi e toglierci il gas, scenario da incubo.
Il secondo articolo invece accende i riflettori sulle conseguenze del neocolonialismo che non è più condotto da nazioni e sulla base di un effettivo governo dei territori, ma dal capitalismo di rapina, al di fuori di qualsiasi forma di controllo, basandosi sul fatto che gran parte dei Paesi che lo subiscono sono debolissimi sul piano civile, statuale, istituzionale ed economico e dunque permeabili a ogni forma di crimine e pressione.
Rafforzare la stabilità delle aree geopolitiche per noi fondamentali e combattere la privatizzazione selvaggia di interi continenti sono temi importanti, temi che dovrebbero essere centrali in qualsiasi agenda (una volta si sarebbe detto programma…) di qualsiasi politico ambisca a governare una media potenza come l’Italia.
Figuriamoci. Chi stabilizzerà il Mediterrano? Giorgina nostra?
Autore: Marco Cucchini (C)