Pare che Enrico Berlinguer nel 1974 abbia faticato parecchio a portare il PCI unito sulla posizione di difesa del divorzio, un tema estraneo al militante comunista medio di allora – essenzialmente operaio o bracciante – che considerava il divorzio come un capriccio della borghesia. Però c’è riuscito, perché quel partito aveva radici profonde nella società, organizzazione capillare, un legame vero con la vita dei propri militanti e dirigenti che sapevano bene la differenza tra creare il cultura politica e fare propaganda.
Perché il problema – a ben vedere – è questo: l’elettore medio è distratto, superficiale, pauroso, poco acculturato, diffidente e credulone e per questa ragione accetta con semplicità slogan politici elementari e rigetta i pensieri complessi. E se un partito vuole vincere le elezioni in un contesto di suffragio universale, questo aspetto va compreso appieno.
Gran parte della fortuna elettorale della Sinistra si collega a messaggi semplici: “Pane e Lavoro!”, “Giustizia per tutti!”, “Scuola e sanità gratuiti e universali!”. Non solo si trattava di questioni attinenti agli interessi della maggioranza, ma anche immediatamente comprensibili, senza eccessive mediazioni.
Nel momento in cui la Sinistra ha scelto di abbandonare l’ambizione di rappresentare istanze e bisogni della classe lavoratrice in favore di politiche identitarie di variopinte minoranze ha deciso anche di passare dal linguaggio semplice al linguaggio complesso. E questo è la pietra tombale su ogni speranza di vittoria elettorale, se non casuale ed episodica.
Spiegare lo “ius scholae” è molto più complicato di affermare “prima gli italiani”. Spiegare la bontà della costruzione europea è molto più complicato che dare la colpa all’Europa. Far accettare l’idea che “i bambini hanno un papà e una mamma” risulta assolutamente molto più semplice che coinvolgere qualcuno in un dibattito sulle questioni legate all’identità di genere (dibattito peraltro molto conflittuale e straordinariamente dogmatico pure all’interno dei “mobilitati”).
La Destra ha parole d’ordine semplici, popolari, immediatamente comprensibili. La Sinistra è complessa, intellettualmente irrisolta, con un linguaggio iniziatico. E quando a una elezione il candidato complicato incontra il candidato semplice, il candidato complicato è (politicamente) un uomo morto.
Certo, tutto questo potrebbe essere ovviato, se non in toto almeno in parte. Ma ci vorrebbe il PCI del 1974, con la sua vitalità interna, con il suo radicamento sociale, con l’alto livello politico e culturale dei suoi dirigenti. Allora, spiegare alle persone semplici perché lo “ius scholae” è meglio di “prima gli italiani” diventerebbe possibile…
Autore: Marco Cucchini (C)