Dopo aver bastonato un po’ la destra, forse è giusto anche sottolineare un punto a mio avviso fortemente negativo nelle strategie del partito democratico. Mi riferisco al probabile niet ad alleanze elettorali più o meno organiche con i radicali e il costituendo partito socialista, unito a un ipotetico da all’accordo con ltalia dei Valori.
Se il patto – possibile ma non sicuro – con Di Pietro si spiega nella speranza di intercettare un po’ di elettorato grillista (cosa della quale dubito fortemente, ma ne capisco il senso vagamente disperato), il rifiuto a stringere accordi con la Bonino e con Boselli è del tutto incomprensibile. E del tutto sbagliato politicamente e tatticamente.
Lo sbaglio politico è quello di voler eliminare la presenza organizzata di due forze – i radicali e i socialisti – che tanto hanno fatto per l’evoluzione in senso riformista della sinistra italiana, con molti errori (e qualche nefandezza), certo. Ma anche con chiarezza e coraggio quando questo è stato necessario. Percepisco la sgradevole sensazione di una resa dei conti, della volontà di eliminare una volta e per sempre il socialismo dal panorama politico italiano, una sorta di scontro finale tra il berlinguerismo del compromesso storico e il craxismo delle mani libere, malgrado sia Berlinguer che Craxi siano morti e sepolti da parecchio e la loro stagione politica con loro…Se il giochino riesce, l’Italia sarà il solo paese a non avere un partito membro del Socialismo Europeo rappresentato in parlamento. Bella trovata.
Anche i radicali, pur nella loro ruvidezza e nella complessità delle loro dinamiche interne sono fondamentali per una sinistra che si voglia riformista. Davvero il tema dei diritti civili non interessa il Partito Democratico? davvero pensano nel loft di prendere più voti grazie ai corsivi dell’Osservatore Romano? Davvero non hanno appreso nulla dagli errori della DC negli anni ’70, quando a piazza del Gesù erano convinti che avere dalla propria i pastori volesse dire automaticamente avere con se le pecore e su questa logica sono stati investiti da due treni referendari (divorzio e aborto)?
La società italiana – come quella europea – è altamente secolarizzata. I temi della procreazione assistita, del testamento biologico, dei diritti degli omosessuali, delle coppie di fatto sono pane comune alla tavola di tutti i riformismi nel continente, possibile che solo da noi non possano avere accesso e dignità di tribuna? E – visto che il tema rivendicato e sbandierato da Veltroni in questi giorni è la “coesione” programmatica – vorrei ricordare che radicali e socialisti hanno sostenuto il governo Prodi senza se e senza ma, mentre l’inquietante senatrice Binetti (la “Fratella Diesel” della politica italiana) ha votato contro la fiducia (al Senato!).
Ma l’errore di Veltroni è anche tattico…rischia di non fare il pieno dell’elettorato amico. Dimenticando la lezione di Alcide De Gasperi quando, nel 1948, vinse le elezioni politiche in modo nettissimo (con percentuali che sia il PD, sia il PDL possono solo sognare) ma coinvolse nella coalizione di governo anche liberali, socialdemocratici e repubblicani, pur non necessari numericamente, per una maggiore completezza e coerenza programmatica. Con l’attuale legge elettorale, infatti, se può essere utile non allearsi con soggetti potenzialmente divergenti, diventa sciocco non unirsi con tutti gli affini. E certo una ipotetica candidatura a premier di Emma Bonino non pescherebbe i suoi voti tra i fedelissimi di Fini, Casini o Diliberto…
Insomma, Walter Veltroni parte da Barak Obama, forse per giungere a Flaminio Piccoli
Condivido, ma ci tengo a fare presente che recentemente Pannella ha dichiarato candidamente di essere finito in Parlamento per la prima volta nel ’76 (32 anni fa), insieme ad Emma. Penso che fra tutti i partiti i Radicali, pur essendo riformatori a parole, siano coloro che sono cambiati di meno in quanto a persone (sono semplicemente invecchiati). Un anno a Marco, l’altro a Emma , con qualche breve parentesi…
Non lo so…non sono mai stato malato di “novitismo” per dirla con Giovanni Sartori…c’è poi chi resta fanciullo tutta la vita e chi nasce già vecchio, come me che a 16 anni sentivo Frank Sinatra. Scherzi a parte, Pannella è vecchiotto, certo, ma Emma è entrata in parlamento 32 anni fa proprio piccina e in fondo non è mai stata “una di quelli”.
Ma a me piace, quindi sono un po’ fazioso.