La pioggia sottile e fastidiosa di questo scampolo di inverno del nostro scontento ha sovrastato il diluvio di chiacchiere che ci ha tormentato nell’ultimo mese.
E si porta via tutto. Le feste dei candidati sindaco di Udine sono andate tutte più o meno deserte, derubricate a malinconiche bicchierate di pochi intimi inumiditi e tristi sotto gazebo bianchi, resi grigi dallo smog e dal piovischio. I santini distribuiti a casaccio sono a terra, bagnati e stracciati e la gente passando li calpesta trascinandoli per un paio di passi prima di scostarli con un gesto rapido e scocciato del piede.
Sui tabelloni i manifesti cedono sotto il peso dell’acqua…un tizio (il marito? il fratello? il figlio?) è intento a sistemare l’immagine sbiadita di una signora candidata per l’Italia dei Valori, il cui manifesto è stato abusivamente oscurato da un’altro, di colore blu, che invita i cittadini al comizio (annullato) di Silvio Berlusconi. A fianco, ne penzola un altro, per metà stracciato, si vede solo un sorriso ritoccato dal fotografo, non si sa di chi, non si sa in favore di quale futuro per noi e il nostro Paese.
Alla radio gli ultimi appelli dei leader e dei mezzi leader, le ultime promesse, le ultime cafonate. Le ultime balle e gli ultimi sogni dai quali risvegliarsi bruscamente lunedì pomeriggio. Ora il silenzio di due giorni, poi sapremo.
E finalmente vedremo di quali Vanità fare il Falò.