Valori condivisi

Valori condivisi

Il 25 aprile è ormai da 14 anni una data che divide gli italiani invece di unirli. Le ragioni sono molte, tutte di basso livello, riassumibili nell’idea (perversa) che la festa della Liberazione sia una festa “di sinistra” e non il ricordo della libertà riacquistata dopo 23 anni di dittatura e 2 di guerra civile.

Eppure, negli altri paesi, le feste nazionali servono a unire attorno a valori comuni. La festa del 14 luglio in Francia, ad esempio, è celebrata anche dai Monarchici (che con un piccolo escamotage molto raffinato ricordano il 14 aprile del 1790, giorno della “Festa della Federazione” e del rinnovato patto di lealtà tra Francia e Casa di Borbone), che pure non ricordano con simpatia il decennio rivoluzionario.

Si fanno polemiche, si fanno provocazioni, si scrivono titoli di giornale volgari (come quello di ieri, del quotidiano Libero) e si dimentica che la questione è molto più semplice, se solo si risponde ad un paio di facili domande:

1. E’ stato un bene che nel 1945 abbiano vinto gli Alleati? o bisognava fare il tifo per i Nazifascisti?

2. Nel 1943 i cittadini potevano scegliere tra: nascondersi in casa; appoggiare i nazisti; combattere i nazisti. Quale delle tre scelte è stata la migliore?

Io due risposte le ho. Il resto sono chiacchiere.

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