Si fa un gran parlare della necessità di garantire un “diritto di tribuna” alle forze politiche di sinistra rimaste fuori dal Parlamento. Ha toccato il tema il presidente del Senato nel suo discorso di insediamento e poi il tutto è rimbalzato sulla stampa e sulle scrivanie dei leader di partito, particolarmente di quelli del PD, arrivando addirittura a ipotizzarsi la possibilità di ricavare aree e strutture a disposizione della Sinistra Arcobaleno all’interno di Palazzo Madama.
Temo esista un equivoco di fondo: la Sinistra Arcobaleno non è rimasta fuori dal Parlamento a seguito di un broglio, di una congiura o di una svista amministrativa da sanare in qualche modo. Molto semplicemente, ha preso troppi pochi voti per avere accesso alla rappresentanza, evidentemente perchè incapace di aggregare adeguato consenso attorno alle proprie proposte politiche.
E in una democrazia matura, chi ha perso le elezioni dovrebbe cercare modalità di dialogo con la comunità politica, migliorando la propria presenza, le proprie capacità di comunicazione, adeguando i programmi alle esigenze di quella parte di società che si vuole rappresentare. Chiedere stanze, segretarie e fax a spese dei contribuenti non è certo la via migliore.
Ma la Sinistra Arcobaleno sarà capace di vivere fuori dal Palazzo?