Sto lavorando sul tema delle “lobbies“, vale a dire – detto in modo più elegante e meno moralistico – la “rappresentanza istituzionale degli interessi”.
Il tema è collegato alla democrazia, ma come? la trasparenza e il libero accesso da parte dei gruppi di pressione nel processo decisionale indebolisce o arricchisce il sistema democratico? Confesso che non riesco ancora a dare una risposta, ma devo farlo e pure un po’ in fretta.
Penso di partire dalla concezione “pluralista” della politica e del potere, quella formalizzata ad esempio dall’americano Robert Dahl, in contrapposizione alla precedente visione sostanzialmente elitistica. La politica e il potere sono definiti anche dalla competizione contrapposta degli interessi organizzati e quindi, portare alla luce questi interessi, può essere un fattore di chiarezza e di correttezza non solo formale, ma anche sostanziale.
Ma non esiste il rischio della prevalenza degli interessi concentrati e organizzati su quelli diffusi? non c’è il rischio che alla fine le scelte politiche possano diventare la somma dei risultati di singole competizioni a scapito dell’impalpabile “interesse collettivo”?
Insomma, devo riflettere ancora per un po’…