11/01/2012 – Movimento 5 stelle, Ingroia e la lista di Monti beffati dai simboli-cloni. Grillo furioso: «Com’è possibile? Chi c’è dietro?». Pronti i ricorsi. Le foto. E alla Camera si candida pure Luciano Moggi.
Si chiamano simboli-civetta. Hanno fatto imbestialire Beppe Grillo, e non solo.
Perché i furbetti che scendono in politica si sono fiondati al Viminale accampati all’aperto, hanno trascorso un’intera nebbiosa notte romana al freddo solo per fregare tutti sul tempo e scippare il logo di una lista famosa.
Succede anche questo, nel meccanismo della democrazia italiana 2013.
COPIATO IL M5S. Eccoli, dunque: c’è per esempio un Movimento 5 stelle che non ha nulla a che fare con il simbolo di Beppe Grillo.
Identico, ma diverso nei contenuti. Un furto di identità elettorale.
GRILLO: «CHI C’È DIETRO?». Grillo non ha usato giri di parole: «Se non ci permettono di gareggiare, se a 6 milioni di persone non permetti di votare e si aggiungono al 50% degli astensionisti, dopo sei mesi di governo li andiamo a prendere. Ci vado io da solo, li vado a prendere fisicamente. Questo sistema è marcio».
Annunciato il ricorso contro il logo farlocco: «Come è possibile? Chi c’è dietro?», ha tuonato il comico sul blog.
Monti preceduto da… il signor Samuele da Cuneo
Non è l’unico beffato: sono stati depositati tre simboli dove campeggia il nome «Monti», ma uno non è della coalizione che appoggia il Prof.
Il proprietario di ‘per l’Europa Monti presidente’ è un certo Monti Samuele, consigliere comunale di una lista civica a Frabosa Soprana, in provincia di Cuneo.
In bacheca si è aggiudicato una posizione di vantaggio rispetto ai due simboli autentici, uno per la Camera, l’altro per il Senato, del Prof.
UNA FINTA RIVOLUZIONE. L’altro finito nella morsa dei ladri di loghi è Ingroia: è comparsa una ‘Rivoluzione civile’, lista civetta con simbolo simile a quello presentato dai rappresentati del movimento del pm di Palermo (Rivoluzione civile-Ingroia).
ULTIMA PAROLA ALLA CASSAZIONE. L’ultima parola, in caso di ricorsi, spetta alla corte di Cassazione. L’ufficio elettorale del ministero dell’Interno da lunedì deve analizzare tutti i simboli presentati per verificarne la conformità con quanto è previsto dall’art.14 della legge 361 del 30 marzo 1957 (testo unico delle leggi elettorali).
NO A CONTRASSEGNI IDENTICI. Nell’articolo si legge, tra l’altro, che «non è ammessa la presentazione di contrassegni, sia che si riferiscano a candidature nei collegi uninominali sia che si riferiscano a liste, identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con quelli riproducenti simboli usati tradizionalmente da altri partiti».
C’è Calderoli, Johnny Depp, il partito di internet…
A sorpresa, nel polverone di giornata, è spuntato anche il padre del Porcellum, Roberto Calderoli, che ha depositato personalmente il simbolo ‘Maroni presidente’.
Come mai? Per i chiarimenti appuntamento a domenica 13 gennaio alle ore 16, quando scadono i termini delle consegne.
Alle 18.30 dell’11 gennaio intanto i contrassegni presentati erano 100.
PARTITO DEI POETI. Qualche esempio? ‘Partito dei Poeti in azione’ di tale Alessandro D’Agostino, che si è ispirato al vecchio slogan, la fantasia al potere.
Tre liste di ‘pirati’: una ha come presidente onorario l’attore Johnny Depp.
PRIMATO AL MAIE. Il primo a depositare il proprio simbolo (erano in coda da lunedì alle 8.30) è stato il Movimento associativo italiano all’Estero (Maie) dell’onorevole Ricardo Merlo.
Mentre al decimo posto c’è il partito di La Russa-Meloni-Crosetto, ‘Fratelli d’Italia’.
PARADOSSALE ‘IO NON VOTO’. Non manca il paradossale Carlo Gustavo Giuliano, palermitano di 59 anni, che ha sfidato la logica invitando a votare il partito ‘Io non voto’.
Il simbolo ‘Recupero maltolto’ si proclama a favore dell’abolizione delle province, per l’acqua come bene comune, ma dice no all’amnistia.
CHI PUNTA AL CONCRETO. ‘Basta tasse’, il Ppl di ‘Pane, pace, lavoro’, ‘Fermiamo le banche e le tasse’, ‘Noi consumatori- liberi da Equitalia’ sono andati più sul concreto e si sono scagliati contro chi ci alleggerisce le tasche.
Due i simboli al femminile: ‘Donne per l’Italia’ (Veneto, Lazio) e ‘Fratellanza donne’ (Liguria).
Presente pure il partito del web, ‘Partito internettiano’ con tanto di w disegnato nel simbolo assieme alla ‘chiocciola’.
ALTRO CHE APPELLO DEL CAV. Come aveva detto Silvio Berlusconi nel suo appello da Santoro? «Non disperdete il voto dando la preferenza ai partitini». Qui c’è l’imbarazzo della scelta per disobbedirgli.
Fonte: lettera43.it