Scale di Valori

Scale di Valori

L’improvvisa scomparsa di Jorg Haider porta con se una constatazione bizzarra e inquietante sulla nostra società e sui tempi in cui viviamo.

Purtroppo, chi non risiede in Friuli non può capire totalmente di cosa parlo: sgomento nelle dichiarazioni politiche della destra, proclamazione del “lutto regionale”, minuti di silenzio nei palazzi del Potere, proposta di intitolazione di vie e piazze, invii di vigili con i gonfaloni alle esequie…  Insomma, la morte del leader dell’ultradestra austriaca è stata accolta da un’ampia parte della società e della politica regionale con un partecipe compianto (spesso pure un po’ ostentato e chiassoso), con la motivazione che – a prescindere dalle proprie posizioni politiche – Haider era “grande amico del Friuli”, quasi che questo (qualsiasi cosa voglia dire) rappresenti una sorta di “supervalore” etico e politico, tale da relegare in secondo piano ogni altro principio o comportamento. 

Poi gli entusiasmi si sono vistosamente raffreddati, in concomitanza con le rivelazioni sempre più precise e invasive sulle abitudini sessuali dello scomparso e sull’intensità della relazione che legava Haider al proprio principale collaboratore. 

Io non so se Haider fosse realmente un nostalgico del regime hitleriano o solamente uno dei tanti politici che per un voto in più direbbero qualsiasi sciocchezza, privi come sono di visione della storia, di cultura e di senso del limite. Così come non so se Haider fosse un omosessuale, un bisessuale abituale o solo un eterosessuale un po’ confuso. 

Una cosa però temo di averla capita: nella nostra società sembra più grave e stigmatizzabile una privata predisposizione all’omosessualità piuttosto che una pubblica manifestazione di simpatie per il nazismo. Davvero siamo giunti a questo punto di capovolgimento dei principi e dei valori? Meglio nazisti che gay?

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