Il rischio è quello della ingovernabilità. Insomma, tra i litiganti di destra e sinistra c’è il boom del M5S di Beppe Grillo giunto a contendere al Pd il primato di partito con oltre il 25% davanti al Pdl. Il bipolarismo è morto.
Grillo: sono due falliti
«Sono due falliti», ha detto ieri sera Grillo di Bersani e Berlusconi, «hanno portato questo Paese alla catastrofe». E mentre Mario Monti balla sul quorum del 10%, necessario per accedere alla Camera, restano di sicuro fuori dal parlamento Antonio Ingroia e Oscar Giannino. Da sottolineare è il calo dell’affluenza del 6% al 75,1%. Berlusconi ha perso rispetto ai dati del 2008 e in assoluto rispetto a Grillo (il Pdl non è più primo partito) ed anche Bersani (la coalizione del segretario del Pd avrebbe una maggioranza alla Camera). Tuttavia, ha fatto il miracolo rispetto agli osservatori che lo avevano dato (politicamente) per morto, resuscitando. Il primo commento di Grillo è stato: «Ora l’onesta andrà di moda». Alla Borsa di Milano è bastato un primo istant poll (che dava una maggioranza certa al centro-sinistra) per volare di tre punti, ma alla prima proiezione sul Senato (Rai) di Nicola Piepoli, che invertiva il trend, i mercati sono saliti sulle montagne russe: una situazione legata alla possibile ingovernabilità che potrebbe riguardare anche le prossime ore. Lo spread è tornato sopra i 300 punti.
Berlusconi: obiettivo ingovernabilità centrato
A poche sezioni dal termine dello scrutinio del Senato, il Pd ha fatto il 27,52, M5S il 23,76, il Pdl il 22,22, Monti il 9,15, la Lega il 4,33, Sel il 2,98, Fratelli d’Italia l’1,9%. La coalizione di Bersani supera quella di Berlusconi, ma il sistema del premio di maggioranza su base regionale capovolge la situazione. Il Cavaliere con i suoi ospiti riuniti ad Arcore si è detto contento. Non ha mai pensato seriamente di poter vincere, ma l’obiettivo dell’ingovernabilità è centrato. Nessuno potrà fare a meno di venire a patti con lui al Senato. Una previsione fatta mesi or sono: «Al Senato saremo determinanti, il Pd non avrà la maggioranza e dovrà bussare alla nostra porta». Comunque una grande coalizione alla tedesca Pd-Pdl è da escludere secondo il Cavaliere: «Non saremo certo noi», avrebbe confidato secondo l’Agi, «a togliere le castagne dal fuoco al Pd». Se Bersani ha la maggioranza alal Camera dovrà provare a fare un governo. E, poi, c’è la soddisfazione personale: «Le elezioni hanno confermato che solo io posso guidare i moderati, l’avesse capito prima, Monti non avrebbe fatto questa figuraccia». Non solo: per Berlusconi la grande sconfitta è anche la sua politica del rigore europea: «Gli italiani sono stufi dell’egemonia tedesca e dell’Europa del rigore». Quanto al risultato della Lega, Berlusconi non si aspettava un calo del genere, ma da inguaribile ottimista vede la perdita di consensi del Carroccio come la fine dei diktat leghisti. Ufficialmente Berlusconi, ieri, non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Torna a parlare stamattina in tv con Maurizio Belpietro. Bersani, comunque, ha raccolto la sfida e al suo vice Enrico Letta ha affidato la missiva: cercherà di mettere in piedi un governo.
Monti: tornare alle urne non si può
Anche Monti, che si aspettava sicuramente un risultato migliore, è convinto che si debba in ogni caso, affidandosi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricercare una soluzione per evitare il ritorno alle urne. Sul tavolo resta l’ipotesi di un governo di larghe intese. Il Prof, poi, è convinto che occorra mettere alla prova M5S.
Fuori Ingroia e Di Pietro, male Fini e Casini
Oscar Giannino si era eliminato da solo a pochi giorni dal voto sulla vicenda del curriculum. Antonio Ingroia di Rivoluzione civile, e con lui Antonio Di Pietro, invece ci speravano ancora. Invece è andata male. «Non è affatto uno scarso risultato. Forse ha prevalso la campagna politica del centrosinistra, in particolare del Pd, contro di noi», ha reagito l’ex magistrato sceso in campo come capo-coalizione, «Complimenti ai leader del centrosinistra». Anche Pier Ferdinando Casini, che pure dovrebbe entrare in Senato, non può essere soddisfatto: «Nella vita si vince e si perde. Abbiamo dato tutto noi stessi per un progetto di governabilità del Paese», ha spiegato il leader dell’Udc, «onore a chi ha vinto».
La Lega resiste solo in Lombardia
Già, ma chi ha vinto? Si prenda la Lega, per esempio. Resiste in Lombardia, ma subisce un tracollo in Veneto e in Piemonte. Nel giorno in cui il Carroccio festeggia il risultato delle rinnovata coalizione con il Pdl che dovrebbe portare al Pirellone, Roberto Maroni, e grazie al premio di maggioranza regionale, impedire una chiara vittoria del centro-sinistra al Senato, in via Bellerio si fanno i conti dei voti persi rispetto al 2008.
Il conclave anticipa i tempi
Il Papa ha firmato ieri il Motu proprio che “conserva l’indicazione di quindici giorni dall’avvio della sede apostolica vacante prima di iniziare il Conclave, ma concede al collegio dei cardinali la facoltà di anticipare l’inizio del conclave se consta la presenza di tutti i cardinali elettori» a Roma. Benedetto XVI, che domani alle 20, dopo l’ultima udienza, lascerà città del Vaticano per volare nella sua residenza temporanea di Castel Gandolfo ha dato mandato ai porporati che a inizio marzo si riuniranno per decidere l’anticipazione del conclave che designerà il suo successore. Il Pontefice, però, prima di lasciare, ha preso atto della decisione del primate della chiesa cattolica britannica, cardinale Keith O’Brien, che ha abbandonato in seguito alle “accuse di comportamento inappropriato”.
Fonte: italiaoggi.it | Autore: Franco Adriano