04/03/2013 – Il Movimento 5 Stelle sale ancora nei consensi. E può giocarsi, nel caso di elezioni anticipate, il premio di maggioranza in otto regioni. Ma con il Porcellum il Senato sarà sempre più ingovernabile.
Hanno ragione quei grillini che sperano nelle elezioni anticipate. In caso di fine prematura della legislatura, e di ritorno al voto, il Movimento 5 Stelle potrebbe mettere a frutto la visibilità degli ultimi giorni incrementando sensibilmente consensi e numero di seggi. L’ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani, il primo diffuso dopo le Politiche, realizzato da Lorien Consulting, non lascia adito a dubbi.
I SONDAGGI, M5S AL 28,5% – Secondo la rilevazione pubblicata 2 giorni fa se gli elettori fossero richiamati oggi a scegliere nuovamente un partito, la lista di Beppe Grillo sfiorerebbe addirittura il 30% dei voti, fermandosi per la precisione al 28,5, stesso dato del Pdl, e 3 punti in più di quanto ottenuto il 24 e 25 febbraio. Secondo Lorien il M5S si attesterebbe complessivamente a soli 3,4 punti dall’intera coalizione di centrosinistra, considerata ancora prima nel Paese, e a 2,5 dal centrodestra di Berlusconi. Il Pd viene stimato dallo stesso sondaggio al 29% (in crescita di 3,6 punti dalle Politiche), Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola solo al 2,5 (in calo di 0,7 punti), la Lega Nord al 3,5 (-0,6).
IL TRIPOLARISMO ITALIANO – Questi dati indicano come i riflettori accesi sul Grillo e il Movimento 5 Stelle hanno rafforzato il nuovo tripolarismo italiano, la spaccatura cioè dell’elettorato in tre grandi schieramenti di simili dimensioni. Un simile scenario comporta il rischio che, in assenza di riforma elettorale (considerato che le norme in vigore assegnano al Senato il premio di maggioranza alla prima coalizione su scala regionale), una nuova chiamata alle urne rischia di gettare nuovamente il Paese nell’ingovernabilità.
LE 8 REGIONI GRILLINE – Se infatti alle ultime Politiche i premi regionali del Senato sono stati conquistati da centrodestra e centrosinistra, con il Movimento 5 Stelle costretto a spartirsi i seggi di minoranza con l’altra coalizione sconfitta, la crescita di consenso può condurre i grillini facilmente al successo in alcune circoscrizioni. Non si tratta di un’ipotesi peregrina. A Palazzo Madama i grillini sono arrivati secondi in ben 5 regioni. In Liguria si sono fermati a soli 2,7 punti dal centrosinistra e hanno staccato di 6,3 punti la coalizione di Berlusconi. Nelle Marche sono arrivati a -2,9 da Pd e Sel e a +8,1 dal centrodestra. In Abruzzo sono giunti a -1,2 dallo schieramento del Pdl e a +0,3 dalla coalizione Bersani. In Sicilia si sono fermati a -3,9 punti dal centrodestra e a +2,2 dal centrosinistra. Infine, in Sardegna, il Movimento 5 Stelle è arrivato a -3 punti netti da Pd e Sel e a +3,3 da Berlusconi. Ottimi risultati sono stati registrati dai grillini anche in Piemonte (dove sono giunti a -4,1 da Bersani e a -3,6 da Berlusconi), in Friuli Venezia Giulia (-3,8 dal centrosinistra e -3,3 dal centrodestra) e in Molise (-3,7 dalla coalizione di Pd e Sel e -3,4 dallo schieramento Pdl).
GLI ALTRI SEGGI POSSIBILI – Pochi successi regionali al Senato del Movimento 5 Stelle può rendere, dunque, ancora più bizzarra la composizione dell’aula del Senato (indipendentemente dalle forze che riusciranno ad imporsi alla Camera, dove il premio di maggioranza nazionale viene assegnato alla coalizione che ottiene anche un solo voto in più su tutto il territorio). Oggi Grillo vanta a Palazzo Madama 54 seggi contro i 123 del centrosinistra e i 117 del centrodestra (19 senatori sono stati eletti nella lista Con Monti per l’Italia). L’ulteriore boom della lista grillina farebbe calare la quota di parlamentari dei due principali schieramenti equilibrando del tutto i rapporti di forza dei tre poli. Il M5S ha conquistato ora un solo seggio di senatore in Liguria, uno in Marche, 2 in Abruzzo, 6 in Sicilia, 2 in Sardegna, 3 in Piemonte, uno in Friuli Venezia Giulia, nessuno in Molise. Nelle stesse circoscrizioni, in caso ovviamente di vittoria regionale, potrebbe ottenerne rispettivamente 5, 5, 4, 14, 5, 14, 4 e 1.
IL PROCELLUM E L’INGOVERNABILITA’ – I risultati e le stime elettorali dimostrano, quindi, che l’abolizione del Porcellum dev’essere considerata una priorità per qualunque governo intenzionato oggi ad evitare il rischio che l’empasse odierna del Parlamento si manifesti anche al prossimo giro.
C’ERA UNA VOLTA GRILLO AL 15% – I sondaggi di Lorien descrivono oggi uno scenario nettamente diverso da quello descritto dall’ultima rilevazione dello stesso istituto diffusa prima dell’entrata in vigore di divieto di pubblicazione di indicazioni delle intenzioni di voto (a due settimane dalle elezioni). I dati raccolti il 5 e il 6 febbraio, resi noti dal quotidiano Italia Oggi, avevano segnalato infatti un vantaggio del centrosinistra di Bersani di 4,8 punti sul centrodestra di Berlusconi (34,8 a 30%), con il Movimento 5 Stelle fermo al 15%. Il recupero della lista Grillo era stato poi segnalato negli ultimi giorni di campagna elettorale dai sondaggi poi diffusi clandestinamente sul web da siti come Nota Politica e Youtrend. Il dato definitivo del 25,5% alla Camera (primo partito) era comunque inatteso.
A CHI RUBA VOTI – Le diverse analisi post voto hanno dimostrato come il Movimento 5 Stelle sia stato capace di conquistare consensi sia nell’elettorato storicamente legato al centrosinistra che al centrodestra. Secondo Lorien i grillini hanno voti proporzionalmente rispetto ai due schieramenti guidati da Pd e Pdl. Stando invece a quanto riportato Renato Mannheimer sul Corriere della Sera la lista del comico genovese avrebbe addirittura catturato il 16% dei consensi di coloro che alle precedenti elezioni per il rinnovo del Parlamento, nel 2008, avevano deciso di non votare. Per Swg l’elettorato a 5 Stelle proviene per circa il 37% dalla platea degli astenuti delle Europee 2009, per il 30% dalla coalizione di centrosinistra (per l’11% dal Pd e il 12% dall’Idv). Infine, una mappa tracciata dall’Istituto Carlo Cattaneo partendo dall’analisi dei flussi elettorali in nove città italiane (Torino, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Ancona, Napoli, Reggio Calabria, Catania) il bacino elettorale del Movimento 5 Stelle è composto prevalentemente da vecchi elettori di Pd ed Idv, ma comprende anche ex leghisti e sostenitori delle forze di estrema destra. Come a dire: Grillo fa paura un po’ a tutti.
Fonte: giornalettismo.it | Autore: Donato De Sena | Foto: lapresse