Un paio di sere fa guardavo dal satellite – su Raisat qualcosa – una vecchia puntata di “Tunnel“, varietà satirico del 1994, presentato da Serena Dandini.
Nella metafora satirica il “tunnel” avrebbe dovuto unire e collegare la I alla II Repubblica, rappresentando il passaggio dal vecchio sistema politico a uno tutto nuovo di zecca… Che show e che personaggi! E che satira pungente:
- Berlusconi (Sabina Guzzanti) perennemente invischiato in processi e nell’agone politico solo per risolvere le proprie beghe private;
- Bossi che minaccia sfracelli e vuole spaccare l’Italia;
- D’Alema che vuole fare fuori Veltroni;
- Fini che forse è fascista ma forse anche no;
- Bevtinotti che vuole la vivoluzione pvoletavia;
- La sinistra che è divisa, litigiosa e inconcludente;
- Alessandra Mussolini (Cinzia Leone), che le spara grosse contro “li froci” e sul conto del suo povero nonno;
- Battutone sulle tangenti, sui giudici e sull’intreccio politica-magistratura.
Il primo quarto d’ora di spettacolo è stato divertente. Ma poi – d’un lampo – mi sono reso conto che dopo 15 anni (cioè il doppio del tempo in cui Cavour ha governato il Regno di Sardegna) siamo ancora esattamente allo stesso punto: sono tutti lì, con le stesse paure, le stesse minacce, gli stessi intrighi, le stesse liti, le stesse beghe meschine, le stesse sporcizie… è brutto dirlo, ma fosse almeno morto qualcuno, così per vedere che una cosa si è chiusa in via definitiva!
E mi è venuta tanta malinconia. Esiste un paese più immobile e inconcludente del nostro?