11/04/2013 – Alla Camera 210 seggi in più per Pdl, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Centrosinistra ridotto del 60%. Calo di Monti. Tenuta del Movimento 5 Stelle. Ecco il terremoto che ci aspetta nel caso di voto anticipato.
Le elezioni a giugno potrebbero generare un vero e proprio terremoto tra i banchi di Montecitorio e nelle sedi dei partiti. In caso di rapido ritorno alle urne, infatti, stando a quanto riferiscono gli ultimi sondaggi sul consenso ai partiti, la coalizione di centrosinistra (in ogni rilevazione superata dallo schieramento di Silvio Berlusconi) potrebbe ritrovarsi alla Camera dei Deputati con oltre 200 seggi in meno di quanti conquistati lo scorso 24-25 febbraio.
PDL DA 97 A 276 SEGGI – A subire maggiori danni sarebbe ovviamente il Partito Democratico, che vanta oggi un gruppo di 293 onorevoli e che (secondo la nostra stima) potrebbe scendere a quota 116 (-177). Diminuirebbe poi da 37 a 13 (-24) il numero dei deputati di Sinistra Ecologia Libertà, e da 10 a 3 (-7) la pattuglia dei rappresentanti dei partiti minori della coalizione (come Centro Democratico e Partito Socialista). Le elezioni a giugno potrebbero invece, qualora venissero confermati i livelli di consenso attuali indicati dai principali sondaggisti, rinvogorire fortemente le fila del centrodestra. Il Popolo della Libertàpasserebbe, infatti, dai 97 deputati attuali a quota 276, conquistando quindi ben 178 seggi. La Lega Nord salirebbe da 20 a 46 onorevoli (+26). Il partito minore della coalizione, Fratelli d’Italia, infine, riuscirebbe a far eleggere 18 candidati (9 in più rispetto ad oggi). Nel complesso lo schieramento di Berlusconi, grazie al premio di maggioranza del 54% dei seggi (previsto per le liste che ottengono anche un solo voto in più di ogni altra aggregazione), porterebbe a casa 214 seggi in più (340) degli attuali 126.
La composizione attuale della Camera dei Deputati
La Camera dei Deputati se si votasse oggi
BERLUSCONI A +1,6 DA BERSANI – Nei sei sondaggi realizzati da inizio aprile la coalizione di centrodestra viene segnalata mediamente al 32,3% di consenso, 3,2 punti in più rispetto alle Politiche di febbraio. Il centrosinistra si ferma invece al 30,7%, 1,2 punti in più rispetto alle ultime elezioni. Pdl, Lega ed alleati oscillano dal 31,4% indicato dall’istituto triestino Swg (rilevazione realizzata il 2-3 aprile per la trasmissione Agorà) al 33% segnalato da Euromedia Research (interviste del 5-6 aprile per il programma Porta a Porta). Lo schieramento di Pd e Sel si muove invece dal 29,6 stimato da Swg al 32,2 di Ispo Ricerche (cifre diffuse a Porta a Porta).
SEL E LEGA NORD STABILI – Il Pd si conferma primo partito in ogni sondaggio. Il dato più alto (28,2%) viene rilevato da Ipsos (interviste del 9 aprile per la trasmissione Ballarò). In media il partito di Pier Luigi Bersani viene stimato al 26,9%, un punto e mezzo più in alto rispetto al voto di sei settimane fa. Ma il Pdl cresce molto di più. La lista di Berlusconi, che alle Politiche si è fermata al 21,6%, in caso di elezioni anticipate potrebbe facilmente superare il 25%. Gli ultimi sei sondaggi le attribuiscono, per la precisione, un consenso medio del 25,2%. Il principale partito del centrodestra si muove dal 24,7% indicato da Euromedia fino al 26,3 stimato da Lorien Consulting (interviste del 3-4 aprile). Restano in linea con il risultato delle ultime elezioni sia Sel (oggi stimata mediamente al 3%), che Lega Nord (4,2%) eFratelli d’Italia (1,6%).
I sondaggi di aprile sul consenso dei partiti
IL CALO DI MONTI – Il voto a giugno ridimensionerebbe anche il gruppo dei deputati centristi di Scelta Civica. La coalizione guidata dal premier dimissionario (ma ancora in carica) Mario Monti, infatti, viaggia oggi ad un livello di consenso in media di 2 punti percentuali inferiore rispetto a quanto ottenuto a febbraio (10,5%). In caso di urne anticipate il partito del Professore potrebbe ritrovarsi alla Camera con soli 37 deputati (10 in meno di oggi). Nei sondaggi l’intero schieramento di centro oscilla precisamente dal 7,8% segnalato da Ispo al 9,3 di Lorien e Tecnè (rilevazione del 4 aprile diffusa da Sky). A differenza delle ultime elezioni – altro particolare – non risultarebbero oggi eletti i candidati dell’Udc di Pier Ferdinando Casini. Nel caso di coalizioni che ottengono meno del 10% di voti, infatti, lo sbarramento per le liste che la compongono infatti dal 2 al 4%. E il partito di Casini non viene mai stimato oltre il 2,2%.
LA TENUTA DI GRILLO – Cambia poco per il Movimento 5 Stelle, il cui gruppo a Montecitorio è oggi composto da 109 deputati. In caso di rapido ritorno ai seggi, se lo spoglio dovesse confermare le cifre degli ultimi sondaggi, il non-partito di Beppe Grilloriconquisterebbe grossomodo lo stesso numero di seggi: 108, secondo la nostra stima, solo uno in meno. Alle ultime elezioni il M5S ha ottenuto il 25,5% dei voti. Le recenti rilevazioni indicano una leggera flessione al 24,8%. La lista di Beppe Grillo, per la precisione, varia dal 23,7 indicato da Euromedia al 25,4 di Swg.
L’ELETTORATO DEL M5S – Oltre a sondare le intenzioni di voto dell’intero elettorato, i sondaggisti continuano ad analizzare con particolare attenzione le impressioni dei sostenitori del M5S. Stando ai dati raccolti da Emg il 3 aprile scorso e resi noti nel corso del programma di Michele Santoro Servizio Pubblico, in onda su La7, il 34,8% degli elettori di Grillo ritiene opportuno che i parlamentari della loro lista propongano un presidente del Consiglio indipendente di alto profilo, il 20,5% preferisce l’appoggio ad un eventuale governo Bersani, il 20,5% vuole il sostegno ad un esecutivo di larghe intese, e, infine, solo il 20% spera nelle elezioni anticipate (lo 0,6% non fornisce risposta). Il 20,5% dello stesso campione riferisce poi di essere molto soddisfatto di aver votato il Movimento 5 Stelle. Il 53,5% lo è abbastanza. Il 21,1% si ritiene poco soddisfatto. Il 5,3% per nulla. Il 44,7% del popolo grillino fa sapere di essere intenzionato “certamente” a scegliere ancora, in caso di nuove elezioni, la lista del comico genovese. Il 30% dice che rivoterà 5 Stelle, ma “probabilmente”. Il 3,7% si mostra “indeciso”. Il 13,7% risponde: “Certamente no”. Il 7,9% sceglie l’opzione “Certamente no”.