Emergenza sicurezza

Emergenza sicurezza

Non si chiede tanto ma uno, almeno uno.

Uno che venga preso, punito e sconti fino all’ultimo minuto la sua condanna. Uno, esempio per tutti. E’ questo che mi viene in mente dopo aver letto che a Pordenone – cioè nella mia terra – un disabile gay è stato brutalmente picchiato dalla solita squadraccia di teppe (tre persone, una di 43 anni) che – ovviamente – si stavano annoiando. Il tutto nel disinteresse dei passanti.

Ora, tralasciando il caso orrendo del cittadino indiano al quale la solita manica di farabutti ha dato fuoco alcune settimane fa, mi pare che ci sia una crescita esponenziale di violenze piccole o grandi nei confronti di appartenenti a minoranze.

Non è il primo gay riempito di botte (un paio di mesi fa ne ricordo uno con la testa rotta ad opera dei buttafuori di un locale notturno romano) e – soprattutto – non è il primo “diverso” riempito di botte o brutalizzato. Infatti, la settimana scorsa (senza andare troppo distante nel tempo) due cittadini di origine africana sono stati picchiati senza motivo in strada, per il solo gusto di farlo (Napoli e Roma). Gente tranquilla, che passeggiava con la famiglia o con gli amici, presi a cinghiate in faccia.

Si blatera tanto di emergenza sicurezza. Il nostro impresentabile ministro degli Interni fa il ghigno da sceriffo cattivo quando si tratta di proporre norme forcaiole costruite su base razziale – dalle classi differenziate ai medici delatori – ma nel frattempo chi non è allineato rischia molto, anche la stessa vita. Come il giovanotto assassinato a sprangate a Verona un anno fa, colpevole di non fumare e avere i capelli lunghi. Anche allora la noia, che pare sia particolarmente presente nel nord Italia e in particolare nel ricco Veneto (una delle regioni più ignoranti d’Italia, tra l’altro…).

Insomma, persone di colore, balcanici, gay, solitari, portatori di handicap, persone alternative… tutti ad alto rischio, tutti potenziali vittime di scoppi di violenza folle, sanguinaria e soprattutto molto spesso impunita. Che talvolta può accadere anche all’interno delle istituzioni pubbliche, che pure dovrebbero essere luoghi di legge e di sicurezza. Come accaduto a Parma, dove si ricordano i pestaggi al giovane straniero e la mortificazione umana alla prostituta, gettata in una stanza seminuda, senza una sedia, senza qualcosa per coprirsi. E senza regole. Si è dimesso l’assessore alla sicurezza? ma figuriamoci… e il comandante dei kapo municipali? ma figuriamoci…

E su queste cose, che hanno da dire tutti i politici di centrodestra sempre con la bocca piena di “garantismo” quando gli imputati hanno il doppiopetto Caraceni e l’auto blu con il motore acceso in strada? Insomma, sarò catastrofico, ma se dovessi indicare un male, un male vero che sta attraversando l’Italia direi di certo il razzismo. Che esiste, è diffuso, profondo.

E tollerato.

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