Come funziona il sistema elettorale spagnolo

Come funziona il sistema elettorale spagnolo

07/01/2014 – Proporzionale alla Camera e maggioritario al Senato. Soglie di sbarramento e liste bloccate.

 
 
La legge elettorale spagnola

La legge elettorale spagnola entra in vigore nel 1977 con la Costituzione spagnola che trasforma il regime franchista in una monarchia parlamentare. Il Parlamento spagnolo, le Cortes generales, consiste di due camere, il Congresso dei Deputati (Congreso de los Diputados) e il Senato (Senado). Il Congresso e il Senato eletti in una legislatura rimangono normalmente in carica per un massimo di quattro anni.

È un sistema
Proporzionale alla Camera e maggioritario al Senato

Corretto
Prevede meccanismi di correzione nell’assegnazione dei seggi

Con liste bloccate
Gli elettori non possono esprimere preferenze e i candidati vengono eletti in base all’ordine di presentazione ai seggi

CONGRESSO (o camera bassa)

Sistema proporzionale
Il sistema elettorale spagnolo è proporzionale solo dentro ciascuna circoscrizione e non a livello di risultati complessivi.

Correzioni
Il sistema prevede un numero molto elevato di circoscrizioni, corrispondenti alle province, che sono 50.
I deputati del Congresso (cioè della Camera che esprime la fiducia) sono 350, per cui il numero di rappresentanti che si eleggono in ogni circoscrizione è molto basso: varia da 1 (solo a Melilla e Ceuta), fino agli oltre 30 di Madrid e Barcellona. La media è di sette seggi per ciascuna. Lo sbarramento quindi è implicito e molto consistente.

Soglia di sbarramento
La legge elettorale prevede anche una soglia di sbarramento formale del 3% a livello circoscrizionale. Essa vale a escludere i partiti molto piccoli nelle circoscrizioni più grandi, come, ad esempio, quelle di Madrid e Barcellona. La soglia di sbarramento formale ha quindi effetti limitati, molto più incisivo è l’effetto degli altri elementi prima citati.
Questo insieme di elementi avvantaggia i partiti più grandi. Ma, allo stesso tempo, non penalizza le formazioni regionali i cui consensi sono concentrati in specifiche circoscrizioni e consente alle formazioni nazionali capaci di superare la soglia del 3 per cento in sede circoscrizionale di conseguire una rappresentanza parlamentare, sia pure di più ridotte dimensioni

Liste bloccate
Le liste sono “bloccate”, cioè senza voto di preferenza. Il numero molto basso di candidati che compongono le liste (come abbiamo visto, nella gran parte delle circoscrizioni solo tre, quattro o cinque) consente comunque un buon rapporto di conoscenza e di relazione tra elettori e candidati.

Premio di maggioranza
Non esiste premio di maggioranza per il primo partito classificato
SENATO

Sistema maggioritario
I senatori sono 208, eletti direttamente dal corpo elettorale con suffragio universale, libero, uguale, diretto e segreto, secondo un sistema maggioritario plurinominale che assegna il compito di eleggere 4 senatori a ciascuna provincia peninsulare, per un totale di 188 eletti; a quelle insulari vengono invece assegnati 16 senatori, di cui 3 vengono eletti in ognuna delle isole maggiori (Gran Canaria, Maiorca e Tenerife, per un totale di 9), mentre 1 senatore viene eletto in ciascuna isola o gruppo di isole minori (Ibiza-Formentera, Minorca, Fuerteventura, La Gomera, El Hierro, Lanzarote-La Graciosa, La Palma; 7 in totale). 2 senatori vengono infine assegnati per l’elezione a ciascuna delle città autonome di Ceuta e Melilla, per un totale di 4.

Comunità autonome
56 senatori sono designati dalle 17 assemblee delle Comunità Autonome, ognuna delle quali elegge almeno un senatore, cui se ne aggiunge un altro in più per ogni milione di abitanti residenti entro il territorio della rispettiva Comunità.
L’elezione dei senatori in quest’ultimo gruppo è regolato in base a un criterio maggioritario attenuato, che premia i partiti e le coalizioni più votate alle ultime elezioni locali.
POSSIBILITÀ DI GOVERNI A MAGGIORANZA RELATIVA

Anche se il partito maggiore non ottiene la maggioranza assoluta dei seggi, sono possibili ed efficienti anche Governi di maggioranza relativa, con appoggi esterni dei partiti regionalisti.

EFFETTI

Il sistema è stato pensato per ottenere un grado elevato di bipartitismo e una buona rappresentanza dei partiti regionali, disincentivando la presenza di partiti minori nazionali. I risultati elettorali mostrano governi di media lunga durata e la pressoché assenza di partiti nazionali minori: In Spagna infatti, ci sono solo tre partiti nazionali (Pp, Psoe, postcomunisti di Iu) e alcuni partiti regionali rilevanti (Convergéncia i Uniò de Catalunya-Ciu, Partido Nacionalista Vasco-Pnv, Coaliciòn Canaria-Cc e Esquerra Republicana de Catalunya-Erc).

Tabella dei risultati delle elezioni dal 1977 al 2004

risultati elezioni spagnole

Autore: Silvia Favasuli | Tratto da: linkiesta.it | Link all’articolo | Fonti: Stefano Ceccanti, Scheda sul sistema elettorale spagnolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *