Dunque, se ho ben capito, il “Vassallum” dovrebbe funzionare in questo modo:
- si divide il Paese in circoscrizioni piccine piccine, che eleggono tra i 12 e 16 deputati ciascuna (come nel modello spagnolo) …
- metà dei seggi si attribuiscono con collegi uninominali (come nel modello tedesco), quindi nella nostra circoscrizione da 16 eligendi ci sarebbero 8 collegi…chi arriva primo, vince il collegio.
- si passa a individuare i seggi spettanti a ciascuna lista attraverso il riparto con sistema D’Hondt (come nel modello spagnolo), che premia i partiti grandi.
- si considera nel conto i seggi vinti all’uninominale. Quindi, poniamo che nel mio collegio i partito XY abbia vinto in 3 collegi e abbia diritto complessivamente a 4 seggi, 3 li ha già avuti e il rimanente gli viene attribuito nel riparto di lista (bloccata);
- se il partito XY avesse diritto a 4 seggi, ma ne vince 5 nel collegio, allora i seggi in più gli rimangono.
Questo è quanto, se non ho dimenticato nulla…mi pare quindi un sistema che premia i partiti grandi sul territorio in modo assolutamente evidente, più di quanto non avvenga con il sistema tedesco o spagnolo.
Con il 25-30% dei voti (e un po’ di fortuna), infatti, ci sarebbe la possibilità per un partito di arrivare al 40-50% dei seggi…forse un premio troppo vistoso, anche se meno ingiusto di quello che uscirebbe dal referendum. Ma questo non mi pare il solo difetto. Tra i limiti, aggiungerei, infatti, anche la permanenza di liste di partito bloccate (antidemocratiche) per la rimanente parte di seggi da attribuire e – soprattutto – il rischio che la ricerca dei voti per vincere il collegio porterebbe comunque a costruire candidature modello “Mattarellum” a scapito della coerenza progettuale e politica.
Forse un modello spagnolo “puro” (cioè circoscrizioni piccole, riparto proporzionale, sistema d’Hondt) sarebbe più adatto al nostro caso, ma si sa, quando si mette mano ai sistemi elettorali si sa dove si inizia e non dove si finisce.