Giovani imprenditori a scuola di lobby

Giovani imprenditori a scuola di lobby

07/02/2014 – “Comprendere i principi giuridici e amministrativi di fondo del sistema comunitario e la sua influenza su quello interno e regionale; definire e attivare strategie di comunicazione rivolte alle istituzioni e alla pubblica opinione, al fine di presentare nella luce migliore la visione e i punti di vista di aziende, associazioni o reti territoriali in relazione alle problematiche economiche e sociali di interesse; attivare modalità di relazione tra soggetti istituzionali, economici o sociali portatori di interesse e di istanze tra loro compatibili al fine di proporre opzioni decisionali il più possibile condivise e inclusive”: sono questi, riassunti da Massimiliano Zamò, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine, gli obiettivi che hanno spinto i Giovani industriali a promuovere, a partire da questo pomeriggio, a palazzo Torriani un seminario di 16 ore spalmate in quattro giorni sulle tecniche di relazioni istituzionali e business diplomacy.

“Usiamo pure le parole per quello che sono. Il nostro – spiega Zamò – è un corso sulle lobby, termine che spesso spaventa, ma che altro non è che la rappresentanza istituzionale degli interessi di una categoria o associazione. A mio parere anche le singole piccole e medie imprese – e non solo le associazioni di categoria – sono tenute ad approfondire conoscenze e competenze sulle relazioni istituzionali e sulla business diplomacy al fine di superare le incomprensioni che spesso nascono a causa delle lingue diverse che parlano  politica ed economia”.

Con queste lezioni – che si rivolgono a figure apicali del sistema imprenditoriale, nonché a professionisti interessati a rafforzare le proprie competenze nel campo della rappresentanza istituzionale degli interessi particolari e della public policy – il Gruppo Giovani di Udine intende quindi fornire gli strumenti alle aziende per comprendere i diversi livelli di governo e come tra loro si intrecciano e dialogano: la dimensione comunitaria, quella nazionale, quella regionale. “Una complessità – osserva ancora Zamò – che si intreccia con il delicato momento economico che stiamo vivendo dove c’è la palese necessità di rendere più stringente la capacità di dialogo tra attori istituzionali, politici, economici e sociali”.

Il seminario viene tenuto dal professor Marco Cucchini, docente di Diritto Costituzionale Comparato presso Università di Trieste, Facoltà di Scienze Politiche e presidente dell’Associazione di cultura e politica Poliarchia:

“Nel corso degli ultimi 12-15 anni – sottolinea il professor Cucchini – la titolarità nell’adozione di politiche regolative di rango legislativo e regolamentare si è fortemente modificata per il concorso di due fattori tra loro non formalmente collegati, ma che nei fatti hanno determinato un processo di indebolimento del ruolo dello Stato centrale e il rafforzamento della dimensione regionale da un lato e di quella europea dall’altro”.

“La riforma del Titolo V della Costituzione entrata in vigore nel 2001 ha esteso in modo sensibile la competenza legislativa delle Regioni in materie fino ad allora rigidamente inserite nel novero delle competenze esclusive dello Stato centrale e questo – aggiunge Cucchini – ha determinato un moltiplicarsi di processi legislativi substatali, con la conseguente necessità per il sistema delle imprese di costruire nuove modalità di mappatura dei livelli di decisione e nuove forme di relazione di tipo istituzionale. Questo processo di devoluzione della funzione legislativa si è sviluppato in parallelo al processo di rafforzamento delle competenze dell’Unione Europea in materia economica seguito all’adozione della moneta unica (2002), che ha parimenti influito nel processo legislativo del Parlamento Europeo, concorrendo a complicare la mappa delle influenze normative con la quale il sistema delle imprese è per definizione chiamato a confrontarsi”.

Questi processi hanno reso necessario al mondo delle imprese, delle autonomie territoriali e delle associazioni creare al proprio interno competenze in grado di comprendere e influire sui processi decisionali complessi. “Per questa ragione in diverse realtà del nostro Paese sono stati attivati percorsi formativi di alto livello, sia di breve durata, sia di durata molto lunga. Il seminario proposto – ricorda Cucchini – mira quindi ad integrare questo deficit nell’offerta formativa regionale con una iniziativa in materia qualitativamente valida, pur nella sua breve durata”.

Autore: Marco Cucchini (C) Poli@rchia

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