10/02/2014 – Fra qualche mese, precisamente tra il 22 e il 25 maggio di quest’anno, i cittadini dei 28 Stati membri dell’Unione europea verranno chiamati per eleggere i propri rappresentanti a livello di Parlamento Europeo.
Ci piace oggi ricordare una figura celebre nel percorso dell’integrazione europea: Simone Veil, la prima Presidente del Parlamento Europeo. Una figura chiave dell’integrazione e della politica europea, eletta alla prima riunione del Parlamento europeo a Strasburgo dagli eurodeputati, eletto per la prima volta a suffragio universale nel 1979 (il 20 settembre del 1976 il Consiglio europeo di Bruxelles decise di rendere il PE eleggibile direttamente a suffragio universale dai suoi cittadini, non più per mezzo dei parlamentari nazionali).
Una storia di grande valore culturale e politico attraversa la vita di questa Lady europea: di religione ebraica, subì innumerevoli persecuzioni durante l’occupazione nazista in Europa e nel marzo del 1944 venne deportata con la sua famiglia ad Auschwitz. Della famiglia, fu l’unica -assieme alla sorella- a sopravvivere, dopo essere state liberate il 27 gennaio del 1945. Una figura di spicco in Francia sia per le sue esperienze professionali sia per le attività politiche portate avanti nella sua carriera: laureata in giurisprudenza, magistrato, sposò nel lontano 1946 Antoine Veil, da cui prese il cognome. Abbandonata la carriera di magistrato nel ’74 e successivamente all’elezione di Valéry Georges Giscard d’Estaing a Presidente della Repubblica francese (27 maggio 1974) venne nominata Ministro della Sanità nel Governo di Jaques Chirac, nell’incarico successivo a Raymond Barre. La nomina della Veil a Ministro rappresenta una forte e prorompente novità in Francia, essendo una delle prime donne francesi ad assumere una carica così elevata, di rango istituzionale, ed apportando attraverso il suo mandato diverse ed importanti innovazioni legislative per quel tempo, fra cui l’approvazione della legge sull’aborto.
Nel luglio del 1979 abbandonò il Governo Barre per sostenere e guidare in prima persona la Lista “Union pour la démocratie française” (l’UDF) alle prime elezioni a suffragio universale del PE. Alla prima riunione del PE a Strasburgo venne eletta Presidente dell’Assemblea. Capofila della sua Lista, convintamente europeista, liberale e centrista, venne sostenuta da Giscard d’Estaing, figura di spicco e celebre sostenitore del Federalismo europeo. Egli restò in carica fino al gennaio ’82 e venne rieletta nel PE nel 1984, nella lista unitaria di centrodestra RPR-UDF capeggiata da lei (in qualità di esponente dell’UDF) e da Jacques Chirac (in qualità di leader del RPR – Rassemblement pour la République).
Concludo questa breve descrizione, con un commento personale, tenendoci a sottolineare su come queste importanti figure istituzionali e storiche debbano rappresentare un faro nel futuro dell’Unione europea e dei suoi dirigenti, contribuendo nella ricerca di un equilibrio, attraverso valori e princìpi fondanti, che ridiano vita a questo progetto di sviluppo ed integrazione. Ri-ottenere una volontà decisionale all’interno di questi palazzi, procedendo parallelamente con il tempo in cui viviamo, con le questioni economiche, finanziarie, sociali ed ambientali (ed altre ancora) e superando l’eterna fragilità istituzionale e le divisioni/convinzioni dei partiti nazionali (giochi di potere) non è semplice, ma come dice Giovanni Vigo (nel Corriere della Sera/SETTE, del 7 febbraio 2014) “l’idea di Europa è viva da secoli nel nostro continente. Non è quindi in gioco solo un progetto caduto improvvisamente dal cielo nel secondo dopoguerra bensì il destino di una intera civiltà”.
Autore: Alberto Vanin (C) Poli@rchia