20/02/2014 – Che cosa accomuna il giovane elettore inglese e quello italiano? E il ragazzo di Barcellona con il coetaneo di Francoforte? È possibile trovare qualche tratto comune? Queste le domande che sorgono quando si considera le preferenze elettorali dei giovani in Europa. Abbiamo considerato alcuni recenti sondaggi e studi post-elettorali per rispondere a questo interrogativo.
Il Regno Unito sorride al Labour
Dalla media dei tre sondaggi YouGov emerge come il Labour sia il primo partito fra i giovani (38%), staccando i Conservatori di 4 punti. Bisogna però notare che nessuno dei due partiti registra un consenso più alto fra i giovani rispetto alla media complessiva. Chi invece raddoppia i voti rispetto al totale dell’elettorato sono i partiti regionalisti di Scozia e Galles (Scottish National Party e Playd Cymru) e il piccolo ma agguerrito Partito Verde (che vanta una sola eletta ai Comuni, Caroline Lucas). Pagano pegno invece i Liberal Democratici e il partito euroscettico UKIP, che appaiono sottotono e perdono circa 3 punti fra i giovani.
Germania 2013: i Pirati sbarcano nel Bundestag, ma anche AfD e i Liberali
Se a votare fossero stati solo gli elettori fra i 18 e i 24 anni, avremmo 7 partiti invece di 4 nel parlamento tedesco. Infatti tutte le formazioni minori, dai Pirati (8%), all’euroscettica Alternativa per la Germania (AfD – 6%), fino ai Liberali (5%) avrebbero passato la soglia del 5%. Ottimo risultato anche per i Verdi, che registrano 3 punti in più fra i giovani, mentre non fa bene la sinistra classica (SPD) che perde due punti fra i giovani. Ma chi sprofonda è la Union (CDU/CSU) di Angela Merkel, l’amata Cancelliera, che lascerebbe ben 10 punti sul campo nel voto dei giovani. Invece la Linke è sostanzialmente invariata rispetto al campione totale.
I giovani spagnoli dicono no a Rajoy (e al bipartitismo)
Effetto austerity? Difficile a dirsi, ma fra i giovani spagnoli (18-30 anni) il partito di sinistra Izquierda Unida è al 21%, con un incremento di 8 punti sulla media standard, arrivando seconda dopo un PSOE non particolarmente in forma (+4% sul campione totale). Sprofonda invece il Partito Popolare al governo, che perde 14 punti rispetto al totale del campione. Il partito centrista UPyD guadagna 4 punti. Molto alta la percentuale degli “Altri”: possiamo facilmente immaginare che buoni risultati siano registrati dalle forze regionaliste.
Italia 2013: il boom di Grillo e la fatica dei due partiti maggiori
L’analisi LaPolis sulle elezioni politiche 2013 ci consegna un’Italia fortemente frammentata secondo il voto dei giovani. Ma una costante si individua facilmente: il M5S sfiora il 32% e si impone prepotentemente come primo partito. Decisamente in grande affanno invece il PD e il PDL, mentre registra un buon risultato SEL di Nichi Vendola. Tengono tutti gli altri partiti, senza particolari perdite rispetto al risultato complessivo.
Giovani europei fra cambiamento e continuità
Potremmo affermare che i dati che emergono dai sondaggi evidenzino due aspetti. Da una parte i giovani tendono ad essere più vicini a idee che si potrebbero definire progressiste, e a collocarsi più nell’area di sinistra che in quella di destra (le coalizioni di sinistra e centrosinistra battono in tutti e quattro i paesi quelle conservatrici). Tuttavia non si può parlare di un vantaggio consistente. Il dato più interessante è come partiti dell’ondata post-materialista (i Verdi inglesi e tedeschi), oregionalisti (SNP/PC, regionalisti spagnoli), o più o meno anti-sistema (M5S, Pirati, AfD, IU) tendano ad avere tra i giovani risultati migliori. Tuttavia anche qui l’indicazione di preferenza non è univoca su scala europea, sia a causa della differente affiliazione nel Parlamento Europeo, sia per le dinamiche interne che rendono impossibile assimilare Grillo a Bernd Lucke (AfD) o i Pirati tedeschi con la sinistra spagnola.
Fonte: youtrend.it