Parlando di un avversario politico in una competizione elettorale, pare che Lyndon Johnson abbia detto “potremmo mettere in giro la voce che si diverte a sodomizzare le galline, naturalmente non è vero, ma voglio vederlo smentire la notizia, con la bocca che trema e ogni volta che comparirà in televisione, alla gente tornerà in mente l’immagine di lui che insegue quei poveri polli in mezzo all’aia”.
Personalmente non so se questo noto aneddoto sia vero, ma di certo è verosimile, perché in campagna elettorale LBJ era una vera carogna e quindi forse non ha detto esattamente quelle parole, ma senz’altro le avrà pensate…
E aveva ragione. Sparala forte, sparala grossa, qualcosa resterà… E’ una delle regole (perverse) della comunicazione politica, quella che mira in particolare a conquistare (o non perdere) il consenso del cittadino meno accorto, meno attento, meno intelligente, meno motivato. Cioè la maggioranza.
E’ esattamente questa la strategia comunicativa della destra nella faccenda Berlusconi & Friends che riempie i giornali di tutto il mondo in questi giorni e ieri se ne è avuta la riprova. Il Giornale, notoriamente di proprietà del premier, ci informa che 29 anni fa la Boccassini avrebbe baciato un tizio che forse non doveva baciare e questo avvenne in mezzo alla strada, o qualcosa di simile. I giornalisti sguinzagliati da Sallusti non ci hanno detto se ci fu contatto tra le lingue e se lei si abbandonò all’abbraccio languidamente, chiudendo gli occhi e alzando il piedino, ma l’idea di fondo è chiara: Ilda Boccassini è una zoccola, tale e quale quelle che sta perseguendo e dunque non ha titolo per fare la morale a chicchessia, tanto meno al Premierissimo!
Ora, basta essere un po’ accorti e dotati di un minimo di onestà intellettuale per capire come il fatto che la Boccassini abbia pomiciato con un estraneo (a noi, non a lei evidentemente) circa 30 anni fa non c’entra nulla con la faccenda in questione, eppure è un sistema che funziona in modo eccellente, perché crea polvere, molta polvere… così come non è certo corretto mettere sullo stesso piano le orge a pagamento con la richiesta di dare una struttura giuridica alle unioni di fatto (la Santanchè di qualche giorno fa: “parlate di morale, di valori e poi volete riconoscere le nozze gay!” rivolta a un pollo di batteria del PD, che ovviamente non ha replicato…).
Ci si potrebbe chiedere quale sia la connessione tra un tizio che chiede la facoltà di lasciare la propria casa in eredità a chi vuole o di scegliersi la persona da avere a fianco in ospedale e un premier che sputtana il proprio Paese con comportamenti forse non illegali, ma certo sporcaccioni e indecorosi. Connessione non c’è, è evidente, ma l’argomentazione è molto efficace, soprattutto nei confronti delle menti deboli (che sono tante)…
E purtroppo da questo non se ne esce, una delle regole base della (cattiva) comunicazione politica è l’occupare lo spazio, sempre, comunque, continuamente, per far circolare il proprio nome, per riempire i vuoti, per creare confusione e confondere tutto e tutti. Avendo paura, anzi terrore del silenzio, perché come ci ha insegnato Federico Fellini, “se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire…”
Ma a cosa serve Federico Fellini in un paese drogato di bungabunga?
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