Come Facebook può manipolare le nostre emozioni

Come Facebook può manipolare le nostre emozioni

01/07/2014 – Un gruppo di ricercatori ha condotto un esperimento su quasi 700mila utenti Fb: in un primo test hanno ridotto le news contenenti espressioni positive e in un secondo quelle negative, ecco quello che hanno scoperto.
Come Facebook può manipolare le nostre emozioni 

Ogni giorno veniamo esposti a fiumi di parole dei nostri contatti sui social network. Ma quanto influenzano il nostro umore?

Uno studio appena pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (prova a dare una risposta al quesito, basandosi su un esperimento singolare. Un gruppo di ricercatori della Cornell University, della University of California e di Facebook ha sottoposto, tra l’11 e il 18 gennaio 2012, 689.003 iscritti a contenuti di diversa tipologia.

In pratica hanno manipolato l’algoritmo che decide i materiali visualizzati nel loro News Feed al fine di capire se l’esposizione a determinati contenuti emotivi fosse in grado di indurre le persone a pubblicare notizie coerenti con quanto visto.

Nel primo test hanno ridotto le news contenenti espressioni positive, visualizzate dai soggetti facenti parte del gruppo sperimentale, mentre nel secondo hanno diminuito quelle negative.
L’analisi di oltre 122 milioni di parole contenute in 3 milioni di post, effettuata attraverso un software di text analytics, ha messo in luce l’esistenza di un vero e proprio “contagio emotivo”. Infatti le persone a cui sono stati ridotti i contenuti positivi nel news feed hanno prodotto una maggiore percentuale di parole negative negli status update successivi. Allo stesso modo, la riduzione di notizie negative ha determinato post più positivi. Quindi viene a cadere la credenza secondo la quale la reazione a news positive degli amici sarebbe guidata da sentimenti negativi.

Fb

Inoltre è emerso che i post a elevato contenuto emozionale hanno l’effetto di scatenare più reazioni. Al contrario quelli meno emotivi tenderebbero a scoraggiare la produzione di post.

Il lavoro, sostengono i ricercatori, suggerisce anche che le interazioni faccia a faccia e i segnali non verbali non sono strettamente necessari per avere un contagio emotivo e che l’osservazione delle esperienze positive degli altri costituisce una esperienza positiva anche per l’osservatore.

La teoria del “contagio emotivo” attraverso le reti sociali non è nuova, ma un esperimento di tale portata non era mai stato effettuato. Il fatto che sia stato condotto all’insaputa di migliaia di iscritti al social network più amato e odiato del pianeta sta scatenando non poche polemiche. Pur non essendosi verificata alcuna violazione dei termini di servizio, c’è chi sostiene che sia l’ennesima dimostrazione che di Zuckerberg non ci si possa fidare; altri, invece, fanno notare che ogni giorno sono tanti i siti che sottopongono milioni di visitatori a test per capire quali contenuti funzionano meglio (i cosiddetti A/B test).

A me sembra che le ricerche rese disponibili dal data team di Facebook, pur con alcuni limiti metodologici che saranno discussi dalla comunità scientifica, siano di gran valore. Sia perché illuminano aspetti meno conosciuti delle nostre abitudini in rete, sia perché possono aiutarci a sviluppare una maggiore consapevolezza degli effetti che la modifica di un algoritmo, in questo caso quello della visualizzazione delle notizie, può avere sui nostri comportamenti.

Autore: Vincenzo Cosenza | Fonte: europaquotidiano.it

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