Secondo l’ultimo sondaggio della SWG circa il 20% degli italiani intenzionati ad andare a votare (sempre meno) voterebbero per il partito di Beppe Grillo. Si tratta di milioni di voti, un dato sul quale riflettere a fondo e fare uno sforzo di comprensione per rispondere a una domanda: che Italia ci preparano i “5 Stelle”? Per capire come giudicare un partito politico ci sono alcuni strumenti:
- valutare le dinamiche interne che lo animano
- osservare quello che ha fatto
- ragionare su quello che dice farà
Sul primo punto non è facile pronunciarsi. Nessuno del partito – a parte il fondatore/padrone Beppe Grillo – è conosciuto oltre il nucleo della propria famiglia e dei propri colleghi di lavoro e quindi esprimere una valutazione su chi fa cosa o chi sostiene cosa diventa impossibile. L’unica cosa sicura (al momento) è che chi alza la testa, cerca di costruirsi una vita lontano dal WebSole di Grillo finisce eliminato. Non un grande inizio, a ben vedere… Anche il secondo punto – il cosa si è fatto – non può essere utilizzato, dato che – al momento – non si è fatto nulla, visto che il partito si affaccia solo ora alla prova del governo, anche se al momento limitatamente a qualche amministrazione locale. E quindi, giudizio necessariamente sospeso. La sola ipotesi che rimane è quella di ragionare su quanto il partito dei 5 Stelle afferma di voler fare e su questo abbiamo una fonte ufficiale, un punto di riferimento sommo e di sicura affidabilità: il Programma Movimento 5 Stelle così come scaricato dal blog di Grillo. E da questo programma emerge un’idea di Paese basata sulla demolizione, il populismo e l’omissione. Andiamo per punti.
Demolizione. il programma tocca 129 punti suddivisi in 8 capitoli principali (con una classificazione dubbia degli argomenti e non poche ripetizioni). Su questi 129 punti, ben 63 (circa il 50%) contengono nuovi divieti o proibizioni e/o abolizioni di norme esistenti. Alcuni di questi sono assolutamente condivisibili (come l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti o la nomina di condannati in via definitiva ai vertici delle aziende pubbliche), altri invece sono assolutamente privi di applicabilità pratica (“introduzione di una forte tassazione per l’ingresso nei centri storici di automobili private con un solo occupante a bordo”, che prevederebbe la militarizzazione degli accessi, con pattuglie di vigili in ogni incrocio…) oppure fortemente discutibili, come la stretta a tutte le politiche di prevenzione medica secondaria (screening, diagnosi precoce, medicina predittiva). Prevalgono le proposte moralistiche, generiche e a tratti grottesche (“istituzione di spazi condominiali per il parcheggio di biciclette”… mi chiedo se ci voglia una legge del Parlamento per far questo…).
Populismo. Molte delle proposte avanzate sono ad alto contenuto demagogico. Scrivere ad esempio “divieto per i parlamentari di esercitare un’altra professione durante il mandato” vuol dire due cose: o creare una casta di politici, oppure consentire solo ai dipendenti pubblici di fare politica. Come chiedere infatti a un professionista, un imprenditore, un artigiano o un commerciante di fare i deputati o i senatori se questo significa mandare all’aria la propria attività? vogliamo un parlamento di sfaccendati, irrealizzati o statali? Altro esempio: “valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti”. A parte che questo viene già fatto (e io dovrei spingere in tal senso visto che di regola i giudizi nei miei confronti son fin troppo lusinghieri…), ma che vuol dire, che conseguenze comporterebbe? non tutto è riconducibile a un processo di votazione, non tutto può essere reso “partecipativo”… Per non parlare dell’idea di “depenalizzazione della querela per diffamazione” che mi par tanto una legge ad personam, visto il linguaggio e i contenuti degli interventi pubblici di Grillo medesimo. E mi pare non ci serva un altro capopopolo che vuol mettere mano alla Giustizia per i fatti propri: uno ne è bastato e avanzato.
Omissione. Molte sono le cose che mancano nel programma di un partito che vorrebbe cambiare alla radice la società. Innanzitutto, dal punto di vista del livello-base dei diritti non c’è neanche un riferimento al tema dei diritti umani connessi con le politiche di immigrazione (a cominciare dal tema della cittadinanza), così come non c’è una sola parola sul tema dei diritti civili: libertà di ricerca, libertà di orientamento sessuale, libertà di cura, laicità dello Stato non sono temi del Movimento, che su questo non spreca una sola parola. Assente anche una visione dello Stato perché – al di la di qualche punto populistico sui costi della politica – non si capisce che cosa si pensi di forma di governo, federalismo, legge elettorale, bicameralismo… insomma la “macchina” dello Stato. Non si parla di Università e Scuola, se non per qualche frasettina banale su internet e per proporre l’abolizione della Legge Gelmini, senza però indicare una idea di istruzione, di formazione o di ricerca scientifica, così come non si parla del nostro Patrimonio Culturale: per il Paese con il maggior numero di capolavori artistici al mondo neppure una riga… Assente il tema del Welfare – tranne un riferimento ai sussidi di disoccupazione e alla legge Biagi – ma nessuna proposta su pensioni, previdenza, inserimento al lavoro, pari opportunità tra uomo e donna.
Tra tutte le mancanze, però, la più grave è quella sull’Europa. Non c’è una sola riga dedicata al processo di integrazione europea, alla crisi dell’Euro, al futuro dell’Unione, così come non ci sono riflessioni sulla politica estera, sul nostro ruolo nel Mondo, sul destino della Nato e dell’Onu…
Insomma, direi che il programma contiene delle parti interessanti (la migliore in assoluto quella sull’Energia, ma ci sono buone cose anche nel capitolo sulla Salute) che sottoscrivo volentieri ma il giudizio è comunque in buona parte negativo: l’Italia è un paese troppo ricco, popoloso e importante per essere governato solo con le piste ciclabili, i sondaggi via internet, i moralismi facili facili e le urla da un palco.
Speriamo che i cittadini se ne accorgano…
Ciao Marco, un po’ datato l’ultimo articolo. E la nostra “generazione perduta”?
Ho aggiornato il blog 🙂 (ma scrivo più spesso su http://www.marckuck.wordpress.com). Per quanto riguarda la Generazione Perduta, quella è perduta sul serio, non possiamo altro che firmare il registro di condoglianze…