In assenza di sondaggi – ricordiamo che è vietato parlare di sondaggi politici nelle due settimane prima delle elezioni -, eccoci alle prime, gustosissime indiscrezioni sulla tornata di consultazioni ecclesiali che, nella giornata di domenica 31 maggio – e solo in quella giornata! – determineranno i nuovi equilibri della Chiesa in ben 7 regioni d’Italia.
Il primo Conclave regionale di cui vi possiamo riferire è uno dei più attesi, perché riguarda una regione con moltissimi fedeli – quasi 6 milioni – e in cui l’esito parrebbe incerto: stiamo parlando della Campania.
I calcoli che abbiamo potuto visionare giungono da un centro di studi religiosi con sede a Trieste, che spesso conduce rilevazioni riservate per lo schieramento dei porporati progressisti capitanati dal giovane e scalpitante cardinale fiorentino. Ben 1200 i sacerdoti interpellati per questo conteggio, che si basa su colloqui al telefono e via Internet con un campione di prelati campani.
In testa, con un totale che va dai 39 ai 43 porporati, sarebbe l’energico arcivescovo di Salerno, per molti anni acclamato vertice della diocesi comunale e ora candidato a sedere sulla poltrona di primate dell’intera Regione ecclesiastica Campania: non sembrano pesare, insomma, le polemiche su una sua eventuale sospensione a divinis in caso di elezione ai vertici della Chiesa regionale.
Segue, accreditato di un consenso che va dai 36 ai 40 vescovi, l’attuale capo dell’amministrazione episcopale regionale, che nel Conclave di cinque anni fa seppe convincere la maggioranza assoluta dei cardinali-elettori, conquistandone ben 54. Altri tempi!
L’unica donna in lizza è la rappresentante del Movimento ecclesiale dei cittadini, la formazione che – ricorderete – al Conclave generale di un paio d’anni fa sorprese tutti convincendo, grazie alla guida dell’incontenibile cardinale genovese, oltre 25 cardinali-elettori su 100. Ebbene, alla candidata del Movimento viene accreditato un consenso fra le 15 e le 19 unità: non un cattivo risultato, quello di suor Valeria, ma di certo lontano dai fasti di un tempo.
Chiudono le danze due parroci di provincia: don Salvo, il prete rosso di Castellammare di Stabia sostenuto dal sibilante arcivescovo barese, che convince solo 1–3 porporati, e don Marco, già redattore del settimanale della diocesi di Napoli, accreditato di 2 voti al massimo.
Per quanto riguarda le singole componenti in seno al Conclave campano, i vaticanisti triestini assegnano 22 berrette ai Prelati democratici, mentre poco più di 20 andrebbero ai sacerdoti fedeli all’anziano cardinale di Monza e Brianza, 17 netti al Movimento ecclesiale dei cittadini, 6 alla Congregazione dei Fratelli di sorella Giorgina, 4 (e mezzo) ai seguaci di frate Angelino e 3all’Unione dei chierici che proprio in Campania ha nell’Irpinia uno dei suoi luoghi storici di radicamento non solo spirituale.
Fonte: youtrend.it