Prossimità: chiave di volta per chi vuol fare politica digitale

Prossimità: chiave di volta per chi vuol fare politica digitale

Alzi la mano chi sapeva che Google Maps cambia i confini dei Paesi a seconda dei luoghi dove ci si trova: i confini della Crimea sono infatti diversi a seconda che ci si trovi in Russia o in Ucraina. Questo dà un’idea plastica di come queste piattaforme digitali si adeguino, se necessario, ai regolamenti e alle condizioni locali e in che misura le informazioni fornite siano “filter bubbles” – per utilizzare la definizione di Eli Pariser – e sono personalizzate in modo profondo e crescente.

In tale prospettiva, la privacy e una consapevolezza più trasparente degli algoritmi che regolano tali ambienti sono due facce dello stesso problema:

  • Google personalizza le pagine di risultato sulla base delle condizioni tecniche (tipo di dispositivo, geolocalizzazione, velocità di connessione,…) e personali (cronologia di navigazione, preferenze di ricerca e comportamenti, …) dell’utente;
  • Facebook decide quali aggiornamenti sono pubblicati nel Newsfeed in funzione di un gran numero di segnali: affinità tra utenti e loro amici, Pagine seguite, successo ottenuto dai diversi post, orari di connessione, dispositivi, velocità di connessione, …
  • Amazon filtra i risultati in base alle performance di vendita che i prodotti – ed in particolare i libri – hanno avuto.

Tali formule non saranno probabilmente rivelate e continueranno a basarsi sulle leggi statunitensi: un mercato finalmente maturo di conseguenza richiederà ulteriori informazioni su tali aspetti oggi opachi e aumenterà la necessità da parte di tutti di una maggiore conoscenza di tali aspetti.

D’altra parte le organizzazioni, i movimenti, i partiti ed i candidati dovranno sviluppare non solo conoscenze tecniche, ma anche un livello più profondo di vicinanza verso le comunità a cui si rivolgono: una vera e propria “prossimità” di carattere spaziale, semantico (legato cioè ai temi ed alle preoccupazioni delle persone) e persino emotiva.

La recente ricerca di Edelman “Trust Barometer” mostra quanto i media tradizionali siano ritenuti meno affidabili rispetto ai motori di ricerca e ai social media.

La sfida per chi fa politica, a livello locale e nazionale, è pertanto legata alla capacità di individuare i nodi di aggregazioni dell’elettorato per come questi si esprimono sotto forma di query di ricerca, ambienti di conversazione online, luoghi di incontro digitale sulle piattaforme social e non solo e sviluppare un nuovo modo di ottenere ascolto, interazione, fiducia da parte dei cittadini.

Andrea Boscaro

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