“Il popolo padano oggi è parte di un popolo salviniano, a carattere nazionale”, dove convivono ‘vecchi leghisti’, “che con il nuovo leader conoscono una seconda giovinezza, in stile ‘social'”. E’ la fotografia della nuova Lega targata Salvini, che emerge (anche) dal lavoro del team social/web del segretario del Carroccio, scattata nel giorno di Pontida, la festa simbolo della tradizione della vecchia Lega, quella di Bossi, a vocazione padana.
“In Rete c’è la stessa ‘intensità’ di militanza che i leghisti storici avevano negli anni ’90: anzi, molti di coloro che vissero quell’epoca, oggi si ‘divertono’ su Facebook e su Twitter”, spiegano dallo staff che lavora con ‘La Bestia’, nome dato alla piattaforma informatica che permette la gestione dell’attività del leader da Facebook a Twitter. Il mutamento antropologico della Lega di Salvini, che si muove di pari passo a quello geografico, ha la sua chiave di lettura nella svolta internettiana del leader “che è l’unico tra gli attuali politici italiani a essere davvero, autonomamente, ‘always on’ (e, com’è noto, non si separa mai dal suo iPad: provate a strapparglielo di mano e vedrete la reazione!)”.
Nel giorno della prima vera Pontida targata Salvini, dopo quella a ridosso delle elezioni europee, con lo slogan ‘No Euro’, si fanno i conti con il rinnovamento del movimento, cercando di mantenere vivi i simboli, come quello del ‘sacro pratone verde’ lombardo. “Nessuno più di Matteo Salvini – sottolineano gli esperti della Rete di Via Bellerio – crede nella insostituibilità del rapporto ‘fisico’: stare tra la gente, nelle piazze, nei luoghi di lavoro e vita quotidiani è fondamentale per conoscere le persone, ascoltarne i problemi, sentirne gli umori”. Perché resta chiaro il rischio di cadere in un “ideologismo della Rete” che fa perdere il contatto con la realtà.
L’audience dei canali social Lega, da quando Salvini è segretario, ha segnato performance da boom, che lo hanno reso una sorta di ‘case study’ di successo nell’ambito della comunicazione politica in rete. Tra i numeri che rivelano il successo in rete di Salvini il ‘reach’ (ossia del numero di utenti unici raggiunti, ndr), ad esempio nella settimana dall’8 al 14 aprile 2015 dalla pagina Facebook, con l’audience record di 20.117.706 in soli sette giorni”. “In pratica – sottolineano gli uomini-internet della Lega salviniana – in quella settimana quasi tutti gli utenti italiani di Facebook hanno avuto sulla propria bacheca almeno un post di Salvini”. Altro dato record, questa volta sul mese il reach medio della pagina di Salvini, che a maggio 2015, è stato di 23.021.212 utenti unici.
Anche sul web la Lega segue la svolta meridionalista del leader, dove su Facebook ‘Noi con Salvini’, dopo 6 mesi di vita, è prossima ai 100 mila ‘Mi piace’ totali, con un tasso di crescita settimanale del 6% e un engagement (cioè gli utenti che hanno interagito in qualsiasi modo con la pagina e i suoi post, condividendo ad esempio video, foto e altre attività che generano una ‘storia’ sulla propria bacheca, ndr) che nell’ultima settimana è intorno a 220 mila unità.
In relazione agli altri leader politici Salvini su Facebook resta di poco sotto al milione di ‘Mi piace’, con Beppe Grillo che è in testa al gradimento dei ‘Mi piace’ su Fb (1,8 mln). Ma nella classifica dell’engagement, Salvini ha ora numeri più alti dello stesso leader grillino, quasi in triplo di coinvolgimento degli utenti.
“La fortuna di Matteo Salvini sui social media è data prioritariamente da un fattore: la disintermediazione”, spiegano dallo staff tecnico, sottolineando come il leader ci metta sempre la faccia, “usando Facebook in prima persona”. “I suoi post sono tutti autografi e il suo pubblico lo sa, e lo vede. Non solo: il flusso è continuo e segue l’evoluzione della cronaca politica e dei fatti del giorno”. Al resto ci pensa il team di cyberesperti, che ha puntato su una strategia di comunicazione che usa la rete, ad esempio, per ‘amplificare’ le presenze tv del leader leghista.
Un lavoro finalizzato alla ricerca di “un circolo virtuoso tra social e tv, con l’invito agli utenti a commentare sulle pagine Facebook dei programmi o con gli hashtag Twitter in diretta le performance sul piccolo schermo di Salvini”, mettendo a disposizione “screenshot e trascrizioni in tempo reale di quanto detto da Salvini, con clip video che consentono di ‘sfruttare’ la trasmissione anche nei giorni successivi, ben dopo la sua messa in onda”, spiegano dal gruppo di lavoro multimediale.
“In generale, il successo di Salvini sta in quella che noi chiamiamo ‘formula TRT: Territorio – Rete – TV. In tutti e tre gli ambiti Matteo Salvini eccelle e il team social/web cerca di amplificare i messaggi nell’interazione incessante tra questi ambiti stessi, senza logiche da compartimenti stagno”, sottolineano ancora.
Per fare funzionare la macchina web di Salvini “ogni giorno sono al lavoro di una decina di persone, con innesti aggiuntivi nei momenti di maggiore intensità di lavoro, un team che lavora in uno spazio ‘virtuale’, cioè senza co-presenza fisica, attraverso una piattaforma Intranet proprietaria, creata ad hoc e da noi chiamata ‘la Bestia’, e deputata alla gestione di tutte le attività, dalla messaggistica alla condivisione di file multimediali, dai database fino alle applicazioni più sofisticate di gestione e automazione tecnologica dei social media”.
La giornata del team “parte verso le 7, con l’analisi della rassegna stampa e si conclude a volte a notte inoltrata, magari per realizzare le ultime clip video di una partecipazione televisiva di Matteo Salvini”, raccontano dallo staff internet: “Uno dei fattori chiave per massimizzare le performance sui social media è la tempestività, e l’intensità dell’attivismo mediatico e politico di Matteo Salvini”.
“Bisogna essere sempre sul pezzo, sempre pronti a cogliere le diverse opportunità in real-time: Facebook e Twitter ‘bruciano’ tutto in poche ore e le decisioni, anziché essere prese in pochi momenti fissi della giornata, devono essere continue se si ambisce a raggiungere risultati di eccellenza”. Non abbiamo mai avuto modelli, svelano ancora: “‘Marketing is a testing game’ e lo stesso vale per la comunicazione politica che, nel nostro caso, è cucita intorno alle capacità mediatiche di Matteo Salvini e al contesto in cui egli opera, ossia lo scenario italiano”.