Ci sono cose che non cambiano mai.
Ad esempio, leggendo a salti un libro di storia bizantina (Bisanzio, vita e morte di un Impero, di Louis Brehier) sono finito nel pozzo del Regno degli Angeli (1185-1204), cioè una delle fasi più buie della plurimillenaria storia della II Roma. Di solito la fase che precede il sacco di Costantinopoli la salto perché mi deprime e vado direttamente alla fase successiva, quella dell’Impero di Nicea, della Riconquista, ma stavolta per ragioni ignote mi sono fermato a leggere…
Insomma, l’ultimo dei Comneni – il tirannico, violento e libidinoso Andronico – viene rovesciato da un mix di sommossa popolare e intrigo nobiliare e sul trono sale Isacco II Angelo, un nobilastro dell’Asia Minore pigro e senza spina dorsale, pur se con qualche dote militare.
Isacco depaupera le risorse economiche dell’Impero e alla lunga entra in rotta con l’Occidente: Venezia detesta Bisanzio per le politiche contrarie agli interessi bancari e commerciali della Serenissima e l’Imperatore tedesco ha il dente avvelenato verso i greci perché non onorano i trattati, non forniscono le truppe e non pagano i tributi previsti.
All’inizio degli anni ’90, il contrasto tra i Greci e l’Impero tedesco si acuisce: i primi non rispettano gli accordi sottoscritti e i secondi sono inflessibili, tanto da imporre un indennizzo in oro talmente esorbitante da minacciare di mettere l’economia bizantina in ginocchio. L’incapacità da parte di Isacco di affrontare la situazione porta a una congiura di palazzo che elimina l’imperatore (che viene accecato e imprigionato) e mette sul trono Alessio III, il fratello, ancora più inetto del predecessore. Il nuovo governo bizantino cerca di far ragionare l’Imperatore tedesco Enrico IV, che però accetta solo una dilazione degli oneri pattuiti. Per far fronte alle richieste economiche tedesche, quindi, il governo bizantino si vede costretto a imporre una tassa severissima, la “Tassa Tedesca” o Alamanikon, che ovviamente grava soprattutto sui ceti più poveri.
La “Tassa Tedesca” scatena la rivolta popolare contro ilgoverno di Alessio e gli Occidentali premono per un cambio di regime, offrendo sostegno per l’ascesa al trono al figlio del detronizzato Isacco, Alessio, che in cambio dell’appoggio militare occidentale promette mari e monti (soldi, soldati, sottomissione al Papa…). Alessio IV viene quindi sistemato sul traballante trono ma pure lui si trova nell’impossibilità di far fronte alle pretese di Tedeschi, Franchi e Veneziani e cerca di tergiversare, imbrogliare e ciurlare nel manico, menando il can per l’aja.
Ovviamente gli Occidentali non la bevono e si scatena la repressione, che culmina nell’orrendo sacco di Costantinopoli del 1204. Uno dei punti più bassi e indecenti dell’intera storia europea e – soprattutto – uno dei suoi errori più grandi, frutto della convinzione che i Greci non fossero necessari nel più generale disegno di una Europa unita dal punto di vista religioso e coesa verso le sfide del mondo globale, rappresentato dall’Islam.
Insomma, per farla breve… I greci che imbrogliano i conti e dilazionano l’adempimento degli impegni presi, la gente impoverita e in rivolta, i banchieri senza cuore, i tedeschi inflessibili e alla fine il patatrac con il crollo di tutto. Non è che ci ricorda qualcosa, questa vicenda di fine XII secolo?