–479 giorni alle elezioni statunitensi

–479 giorni alle elezioni statunitensi

Ci sono un nuovo candidato e due discorsi importanti di cui parlare. In mezzo: la più grande figuraccia che io abbia visto durante un dibattito televisivo, una chicca per chi conosce The Wire e la ragione per cui Jeb Bush dice di leggere Buzzfeed.

Di cosa parleremo:
– si è candidato Scott Walker e un po’ è colpa dei Democratici
– un altro discorso particolarmente di sinistra di Hillary Clinton
– lo sfidante di Clinton di cui si parla in The Wire
– un punto finale sulla raccolta fondi
– Jeb Bush non sa che pesci prendere con Donald Trump

Un altro candidato Repubblicano
Si è candidato ufficialmente Scott Walker, considerato tra i favoriti di queste primarie insieme a Jeb Bush e Marco Rubio. Walker, che ha 47 anni, è diventato un personaggio nazionale a causa di quello che gli è successo in quattro anni, tra il 2010 e il 2014.

Nel 2010 è stato eletto governatore del Wisconsin, uno stato che di solito vota a sinistra. Nel 2011 ha fatto approvare una legge di bilancio che tra le altre cose ha abolito la contrattazione collettiva per i dipendenti pubblici: è stata una storia assurda, tra proteste fortissime dei sindacati e deputati democratici che per far mancare il numero legale si sono dati alla latitanza in Illinois, per evitare che Walker li precettasse con la forza. Accecati dalla rabbia, i Democratici nel 2012 hanno fatto una cosa irrazionale: hanno raccolto una montagna di firme e ottenuto una “recall election”, le elezioni anticipate indette per insoddisfazione nei confronti del governatore eletto, una cosa molto rara. Gli elettori non hanno simpatizzato con lo sforzo – quella dei Democratici è sembrata una vendetta infantile – e Walker ha vinto di nuovo. Nel 2014, alle nuove elezioni, Walker è stato rieletto governatore. Quindi: tre vittorie in quattro anni, Democratici e sindacalisti schiantati e umiliati, se non è presidenziabile lui, chi? Questo è lo spot con cui ha lanciato la sua candidatura.

Lo spot mostra bene quale può essere il problema di Walker: è tutto rivolto all’indietro. Va bene essere molto di destra, ma storicamente le elezioni statunitensi non sono dominate da chi ha un messaggio pessimista e passatista. Nel 2012 alla fine le primarie le vinse Mitt Romney: non uno dei suoi sfidanti matti. Il discorso di candidatura di Walker è stato particolarmente noioso. Lui non è laureato. Racconta su Twitter i suoi tagli di capelli in modo ossessivo. Il logo della sua campagna elettorale è stato evidentemente copiato. Posso sbagliarmi ma mi espongo: la candidatura di Walker per il 2016 assomiglia a quella di Rick Perry per il 2012. Un governatore molto popolare a destra che si dimostra inadatto alla scena nazionale.

Bonus
A proposito, questo è il momento che ha seppellito la candidatura di Perry nel 2012. Quando durante un dibattito tv ha promesso che avrebbe abolito tre importanti agenzie federali: quella del commercio, quella dell’istruzione… e un’altra che non mi ricordo.

Il discorso sull’economia di Hillary Clinton
Hillary Clinton invece questa settimana ha parlato di economia in un discorso dai toni e dai contenuti piuttosto lontani dal centrismo dei Clinton degli anni Novanta: ha chiesto di perseguire penalmente i banchieri di Wall Street e le aziende responsabili della crisi, ha proposto una riforma del fisco che porterebbe le aziende a condividere i loro profitti con i dipendenti, ha difeso l’aumento del salario minimo e un sacco di altre cose di sinistra. Il video che segue mostra come CNN e le tv locali dei primi stati in cui si vota alle primarie lo hanno raccontato.

Tutto sommato per Clinton le cose procedono come previsto, ma c’è una brutta notizia: non è una sorpresa ma una conferma. Da quando si è candidata ufficialmente, il numero di persone che la vede con favore è diminuito. Il problema non sembra essere la “svolta a sinistra” – comprensibile alle primarie e in generale in sintonia con l’umore degli elettori – bensì la solita questione dell’affidabilità e della trasparenza.

Bonus
Uno degli sfidanti di Clinton con zero speranze è Martin O’Malley, ex sindaco bianco di Baltimora ed ex governatore del Maryland. A chi ha visto la serie tv The Wire a questo punto sarà suonato un campanello: è il politico a cui è ispirato il personaggio di Tommy Carcetti. Il creatore di The Wire, David Simon, questa settimana ha pubblicato sul suo blogun resoconto che mostra come O’Malley, da sindaco di Baltimora, abbia alterato i dati sui reati e gli arresti per dare l’impressione che la sua “lotta contro il crimine” stesse ottenendo dei risultati. Alla Carcetti.

Soldi
Punto della situazione sulla raccolta dei fondi in questo momento della campagna elettorale. I “Super PAC” sono comitati politici indipendenti (in teoria) che possono ricevere donazioni senza limiti – anche dall’estero – purché li spendano senza coordinarsi col candidato.

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La cifra raccolta dai comitati per Jeb Bush è impressionante e conferma la sua facilità di accesso ai ricchi finanziatori (ce li ha anche Clinton, ma finora non li ha sollecitati così: ne ha meno bisogno durante le primarie). È notevole anche la cifra raccolta in totale da Ted Cruz, mentre la cosa che impressiona di più di Marco Rubio è quanto poco stia spendendo per adesso. Tra chi non è in questa lista: Rick Perry ha raccolto un milione di dollari, pochissimo rispetto a quanto raccolse nel 2012, ma i suoi comitati ne hanno messi insieme 16 grazie alle donazioni di sole TRE persone diverse. Chris Christie ha raccolto in totale circa 11 milioni di dollari, Bobby Jindal circa 9 milioni, Mike Huckabee circa 8 milioni.

Nel frattempo, Jeb Bush
C’è soprattutto un candidato Repubblicano che sta aspettando con ansia il 6 agosto, il giorno del primo confronto televisivo: Jeb Bush. A giudicare dai racconti di chi segue la sua campagna, sta passando moltissimo tempo in sessioni di preparazione e addestramento ed è particolarmente timoroso di Donald Trump, che sarà quella che in gergo si definirebbe una mina vagante. Gli osservatori si aspettano che Trump attacchi Bush con una forza e un’acredine che Bush potrebbe non essere in grado di gestire. Per il momento Bush ha evitato di attaccare Trump con particolare durezza. Questa settimana ha detto: “che si tratti di Donald Trump o Barack Obama, la loro retorica divisiva è sbagliata”. L’idea di difendersi da Trump associandolo a Obama nella stessa frase è sbagliata sotto un milione di punti di vista: il 6 agosto gli servirà qualche argomento migliore.

Bonus
Jeb Bush ha detto che legge Buzzfeed per migliorare la sua alfabetizzazione culturale.

Cose da leggere
– The Mysterious Columba Bush, di Hanna Rosin su The Atlantic
Hillary Clinton’s 2016 pitch: Obama, but better, di Glenn Thrush su Politico
il testo del discorso di Scott Walker e quello del discorso di Hillary Clinton
Clinton Campaign Spending: Big, and Different, di Derek Willis sul New York Times

Fonte: ilpost.it | Autore: Francesco Costa

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