Un radicale alla guida del Labour britannico. Jeremy Corbyn, 66 anni, il candidato della sinistra pacifista e anti-austerity, ha stravinto le primarie con il 59,5 per cento dei consensi. Un risultato netto con cui ha sbaragliato alla prima votazione i tre avversari di “establishment”: Andy Burnham, Yvette Cooper e Liz Kendall. Il suo vice Tom Watson, “bestia nera” di Rupert Murdoch, eletto alla terza votazione alla conferenza del partito in corso a Westminster. Secondo la Bbc, l’affluenza per le elezioni interne è stata del 76,3% dei circa 500 mila iscritti e simpatizzanti registrati.
Corbyn “il rosso”, parlamentare per il seggio londinese di Islington, succede a Ed Miliband, che si era dimesso dopo il disastroso risultato del Labour alle elezioni politiche dello scorso 7 maggio che avevano visto la conferma dei conservatori di David Cameron. Contro il 66enne Corbyn, vicino a Syriza e Podemos, nelle ultime settimane erano scesi in campo gli ex premier Tony Blair e Gordon Brown, preoccupati per l’eventuale sterzata a sinistra del partito.
Primo impegno per i rifugiati. Il nuovo leader laburista risponde in effetti molto poco ai dettami della politica tradizionale. I cardini del suo programma sono porre fine all’austerità, imporre più tasse ai più ricchi e rinazionalizzare alcune imprese, a cominciare dalle ferrovie. La svolta è evidente già nell’annuncio di quello che sarà il suo primo atto da capo del Labour: “La mia prima azione come leader del partito sarà andare alla dimostrazione di questo pomeriggio per mostrare sostegno al modo in cui i rifugiati dovrebbero essere trattati e dovrebbero essere trattati in questo Paese”.
Il discorso programmatico. Tra gli applausi Corbyn ha poi chiarito che il suo obiettivo è dare “speranza alla gente comune che non ne può più di ingiustizie, disuguaglianza, povertà non inevitabile”. E ha fatto un discorso denso di riferimenti espliciti a temi come ambiente, pace, welfare, parità e immigrazione. Ha rivendicato il legame “organico” con il sindacato e denunciato come un “attacco alla democrazia” la riforma messa in cantiere dal governo conservatore per limitare il diritto di sciopero.
Corbyn ha chiamato “il partito e il movimento” laburista all’unità per “una società migliore e quanto più decente per tutti”. Il contrario di quello che accade con l’austerità introdotta dal governo Cameron, che “non è giusta, non è necessaria e deve cambiare” perché produce disuguaglianze “grottesche”.
Il nuovo numero due. Dalla sinistra del partito viene anche il nuovo numero due del Labour, Tom Watson, classe 1967 e parlamentare per il seggio di West Bromwich East fin dal 2001. Molto amato dai sindacati, Watson si è scagliato più volte contro l’impero mediatico di Rupert Murdoch. Da qualche anno inoltre ha spinto le forze dell’ordine a indagare sul giro di pedofilia che ha interessato ambienti molto vicini al parlamento di Westminster nei decenni passati.
Fonte: repubblica.it