Lunedì 16 novembre, sull’onda degli attentati di Parigi del venerdì precedente, Matteo Salvini lancia su Twitter l’hashtag #alfanodimettiti. Che tra il leader della Lega e il ministro dell’Interno non corra buon sangue lo sanno pure i sassi, ma l’attacco in questione parte da una frase che Alfano aveva pronunciato intervenendo al programma di Rai1 Unomattina: «Ascoltando Salvini sembra di percepire il suo dispiacere perché gli attentati di Parigi non siano avvenuti in Italia, così da consentirgli di fare caciara e guadagnare voti». La risposta di Salvini è stata fulminea: con un post su Facebook e su Twitter ha annunciato di voler sporgere denuncia contro il ministro e, allo stesso tempo, lancia l’hashtag #alfanodimettiti, chiedendo per l’ennesima volta le dimissioni del titolare del Viminale. #alfanodimettiti ha rapidamente scalato la classifica dei trending topic italiani, arrivando in cima alla lista degli argomenti più discussi su Twitter e rimanendoci per buona parte della giornata. Salvini celebra la cosa con un post su Facebook pubblicato poco dopo mezzogiorno:
«PRIMO hashtag in assoluto in Italia #alfanodimettiti
Non è una questione personale: è buon senso, è legittima difesa, è la voglia di vivere in un Paese sicuro, guidato da gente capace»
MATTEO SALVINI HA USATO UNA BOTNET?
Fino a qui l’abbiamo visto tutti: ieri chiunque si fosse affacciato su Twitter anche solo per pochi minuti avrebbe notato il volume di traffico generato da #alfanodimettiti. Tanto che qualcuno ha voluto approfondire. È Gilda35 – famoso sito web che si occupa di monitorare e raccontare le dinamiche di quello che succede sul web – a tentare di spiegare come mai #alfanodimettiti abbia avuto tutto questo successo: per aumentare il numero dei tweet su #alfanodimettiti e fargli guadagnare visibilità sarebbe stata usata una sorta botnet, ovvero una rete di account Twitter che pubblica tweet con un determinato contenuto in automatico, senza che il proprietario dell’account debba fare alcunché. Attenzione: questo non significa che gli account siano falsi o che ci sia niente di illegale. Semplicemente pubblicano tutti la stessa cosa nello stesso momento.
Ricapitolando: un bot è un account che twitta contenuti in automatico, tanti bot tutti insieme creano una botnet, una rete di bot. E come farebbe Matteo Salvini ad avere una rete di bot? Semplice: fino a prima delle elezioni del 2014 ci si poteva iscrivere direttamente dal suo sito web. Ora questa opzione risulta «temporaneamente sospesa» presumibilmente dopo le elezioni, ma il funzionamento è esplicitato accanto al campo dove si chiede di inserire la mail, per diventare «portavoce di Matteo»:
Vuoi essere anche tu portavoce di Matteo Salvini durante la campagna elettorale fino al 25 maggio? E’ semplicissimo: se hai già un account Twitter, compila il campo ‘Tua email’, clicca sul pulsante ‘Registrati con Twitter’ e segui le istruzioni a schermo. Una volta completata la registrazione, il tuo profilo ritwitterà automaticamente i tweet di Matteo Salvini (@matteosalvinimi)!
COS’È UNA BOTNET E COME FUNZIONA
Il funzionamento è chiaro: chiunque poteva iscriversi alla ipotetica botnet di Salvini e cominciare a retwittare in automatico ciò che scriveva (scrive?) su Twitter il leader della Lega. In realtà non è proprio così, perché non si tratta di retweet in senso stretto ma di un tweet vero e proprio identico a quello pubblicato da Salvini, ma con il nome dell’utente che agisce come bot. Va detto che i bot non sono illegali ma, nell’universo dei social network, sono decisamente malvisti e considerati degli “strilloni” digitali che, nella maggior parte dei casi, creano un fastidioso rumore di fondo nelle conversazioni che prendono vita su Twitter. E se un bot sponsorizza prodotti illegali o esagera e supera il confine dellospamming – ovvero inonda Twitter di messaggi tutti uguali o che violano le regole del social network – può anche essere segnalato e chiuso. Ciò di cui non si ha notizia è se questo sistema ideato per le elezioni sia continuato anche dopo: Salvini non lo dice, ma in rete parecchi sono pronti a scommetterci.
MATTEO SALVINI, #ALFANODIMETTITI E I BOT
Ora. La botnet di Matteo Salvini comprenderebbe centinaia di account: ovvero utenti che, senza farlo realmente, pubblicano sul proprio account – in modo automatico – tutti i post di Salvini, avendo presumibilmente accettato di farlo ai tempi delle elezioni del 2014. È come se l’account del leader della Lega si moltiplicasse per quattrocento, con nomi diversi. Il tutto, naturalmente, non viene gestito da Matteo Salvini in persona, ma da chi gestisce la botnet “LegaNordIllustrator“. Con questo giochino, quindi, si può facilmente intuire come sia stato possibile che #alfanodimettiti generasse un simile traffico di tweet, arrivando in cima ai trending topic italiani. La faccenda è talmente succosa da interessare anche l’ANSA, che riprende un post su Facebook di Renato Gabriele di Gilda35:
[…] l’hashtag #alfanodimettiti sarebbe entrato nei Trend Topic del social network grazie a “una botnet” che “gestisce oltre 412 accounts” e si chiama “LegaNordIllustrator”. L’hashtag contro il ministro Ncd è al primo posto nelle classifiche pubblicate ancora intorno alle ore 14 da @TTmobile. Gabriele afferma che la botnet farebbe capo al social media manager del leader leghista Matteo Salvini. Gli “oltre 412 account – ha scritto su Facebook – hanno creato e mandato in Twitter Trend Topic la campagna di oggi”.
La stessa analisi era stata fatta per la manifestazione di Bologna, e torna attuale per #AlfanoDimettiti
E una lista dei bot salta fuori:
E ancora (sempre ad opera di Gilda35):
E, in effetti, basta controllare a campione qualche account della lista per notare come il tweet di Salvini che lanciava #alfanodimettiti sia stato pubblicato a mo’ di fotocopia da molte persone diverse, addirittura più e più volte nel corso della giornata. Non solo identico nel contenuto, ma anche alla stessa ora:
«FATEVI SENTIRE, NON SIETE BOT!»
Ma è ormai ora di cena quando Matteo Salvini sente l’esigenza di passare al contrattacco e chiamare a raccolta tutti i suoi seguaci per dimostrare di essere persone vere e non bot.
E ADESSO?
Seppur in misura minore del precedente tweet che chiedeva la massima diffusione di #alfanodimetti – e adesso sappiamo come ci potrebbe essere riuscito, anche se non significa che tutti i tweet di #alfanodimettiti siano stati generati dai bot – l’appello di Salvini a palesarsi come utenti reali ha un certo successo ma, purtroppo, non lo tira fuori dai guai: considerata la visibilità raggiunta da #alfanodimettiti, il leader della LegaNord potrebbe essere segnalato come spammer, esattamente come gli atleti che vengono segnalati per doping. E non è detto che qualcuno non l’abbia già fatto. Nel frattempo, la timeline dell’account Twitter di Salvini è un’esplosione di retweet di utenti “veri”. Basterà a farlo uscire dal cul de sac in cui si è cacciato?
Photocredit copertina: matteosalvini.com | Fonte: giornalettismo.it | Autore: Valentina Spotti