“Dopo questo voto, tutto diventa possibile: anche Marine Le Pen all’Eliseo”. La Francia si è svegliata ieri mattina con quasi metà delle 13 macro-regioni segnate di blu. Jacques Séguéla non ha dormito tutta la notte. “Dopo gli attentati, per me è stato un nuovo lutto nazionale”, racconta il pubblicitario esperto in comunicazione politica, già consigliere di François Mitterrand e di Nicolas Sarkozy. “Anche se il secondo turno di domenica non consegnerà il potere al Fn in tutti gli scrutini ormai il segnale è chiaro. Siamo entrati in un’altra epoca: a noi spetta capire, adattarci. Ma non sarà facile”.
Lei che di mestiere studia e anticipa le tendenze, se l’aspettava?
“È un cataclisma che covava da tempo. Tutti ne parlavano, si sapeva, ma nessuno ha fatto niente per tentare di curare i primi sintomi. Ci siamo accorti del danno solo quando la malattia è ormai conclamata”.
Quale sarebbe la malattia della Francia?
“Tutto è cominciato con la paura, in particolare il sentimento di insicurezza sociale, provocata dall’immigrazione e dalla globalizzazione. Poi la scelta dell’estrema destra è stata usata come un messaggio di rabbia. Adesso, però, c’è un nuovo salto di qualità”.
Di cosa parla?
“Il voto al Fn non è più solo paura e rabbia, ma una vera e propria adesione al discorso semplicistico di Le Pen. In questo, il Fronte si è trasformato in un partito come gli altri. E pazienza se si rischia di gettare il Paese in un vicolo cieco. È la scomparsa del buon senso della razionalità francese. Cartesio si starà rivoltando nella tomba”.
La responsabilità è anche della classe politica, incapace di dare risposte?
“A causa del fallimento del governo socialista, di questa sinistra incolore che parla e pensa ancora come nel Novecento, il sogno di un vecchio signore e poi di sua figlia è diventato realtà. Un incubo”.
Non vede differenze tra padre e figlia Le Pen?
“Marine ha corretto alcuni estremismi di Jean-Marie, o meglio: li ha messi in sordina. Non appaiono più ma nella base l’anima del Fn rimane la stessa. Di suo, la Presidente del Fn ha portato una capacità di comunicazione straordinaria”.
Da questo punto di vista, non ha bisogno di spin doctor?
“Ha la forza del cognome, un talento per parlare alla pancia della gente, è la più giovane dei leader, si presenta come novità nel panorama politico anche se viene da un partito vecchio di quarant’anni. E poi non è sola. Al suo fianco c’è Marion, che ha lo stesso talento, è anche dolce, bella e quindi ancora più pericolosa. Nella triade del governo Fn c’è infine Florian Philippot che si presenta con buoni studi, un profilo più alto”.
Lei parla di fallimento socialista, ma non è Nicolas Sarkozy che vede i suoi elettori in fuga verso il Fn?
“È vero, Sarkozy ha perso voti alla sua destra. È la dimostrazione che un discorso centrista, come vorrebbe Alain Juppé, non paga. Qualche anno fa, l’ex Presidente era riuscito a prendersi gli elettori del Fn. Tutti lo criticavano nel suo partito e veniva dipinto come il Diavolo dalla sinistra. Salvo poi vedere ora Hollande che parla di identità nazionale, fa una svolta autoritaria dopo gli attentati, vuole limitare l’immigrazione rispetto a Angela Merkel “.
Cosa dovrebbe dire Sarkozy ai francesi in vista del secondo turno?
“Bisogna parlare alla loro intelligenza. Spiegare che se vincesse Le Pen in molte regioni le aziende straniere avrebbero paura di investire e che, al livello nazionale, ci sarebbe un crollo del potere d’acquisto con l’uscita dall’euro. Sono verità che nessuno vuole ascoltare. E purtroppo la classe politica non è più credibile “.
Il “sacrificio” dei socialisti, che non si presentano in alcune regioni, è un “beau geste”?
“È puro marketing politico. La sinistra non è diventata improvvisamente buona e generosa. Questa mossa non impedirà al Fn di vincere al Nord o al Sud, ma intanto i socialisti potranno gettare la croce su Sarkozy. È finito in una trappola infernale”.
Cosa prevede per la sfida presidenziale del 2017?
“Marine Le Pen arriverà quasi certamente al secondo turno. Dopo, la sfida è aperta. La verità è che ci sono due alternative di governo che si combattono, quella del Fn e dei Républicains. E con tre soggetti politici in un sistema bipolare ce n’è sempre uno che deve morire”.
Autore: Anais Ginori | Fonte: corriere.it