Le ragazzine assiepate sul marciapiede per il concerto della boy band coreana guardano gli attivisti vestiti di arancione con circospezione.
Non sanno che le migliaia di sostenitori di Ciudadanos arrivati di prima mattina al palazzetto di Vistalegre stanno condividendo il loro stesso destino.
L’evento centrale della campagna elettorale di Albert Rivera è organizzato come uno show televisivo, ritmato da video e musica disco, studiato in ogni dettaglio (guarda le foto).
Ma prima di vedere il leader salire sul palco acclamato come «presidente», i militanti – l’impiegata pubblica che non ha mai votato in 40 anni per le «troppe carte da fare se non risiedi a Madrid» o il commerciante che ha scelto «a volte il Partido popular, a volte il Partido socialista: ora basta» – devono attendere ore.
LA SFIDA DI PODEMOS E CIUDADANOS. Gli autobus provenienti da mezza Spagna non sono bastati per riempire completamente l’arena che incoronò Zapatero e dove fu fondato Podemos, e per cominciare si aspetta fino all’ultimo.
A dieci fermate di metro, in un altro palazzetto dalla capienza di 12 mila persone, la Caja Magica, si è dato appuntamento il popolo viola di Pablo Iglesias.
I due partiti che danno l’assalto alla politica spagnola mostrano i muscoli a 24 ore dal dibattito televisivo da cui sono stati esclusi: un confronto a due tra il capo del governo Mariano Rajoy e il socialista Pedro Sanchez venduto come snodo centrale di una competizione a quattro.
LA SINISTRA ‘UTILE’ E IL PARTITO DELLA NAZIONE. «Podemos è la sinistra che ha finalmente trovato il voto utile», dice Pilar Roque, ex elettrice ecologista. «È il ritorno ai principi: il partito socialista non è più socialista», aggiunge Paco Garcia del circolo di Villa Vallecas. «Ciudadanos è completamente differente dai vecchi partiti», sostiene convinta l’imprenditrice Mariajesus Aguilera, da un anno consigliera comunale a Granada. «Non solo per le ricette economiche o la corruzione», prosegue Francisco Fuente, «Ma anche perché è il partito della nazione».
I due outsider puntano sulla massa degli indecisi o sugli astenuti cronici: questa volta, ripetono dall’una e dall’altra parte, «l’affluenza sarà record».
Fonte: lettera43.it