Non sembrano destinate ad arrestarsi le polemiche sul movimento 5 stelle. Le vicende romane, legate alla giunta Raggi, stanno mettendo a dura prova l’immagine del movimento anche a livello nazionale. Tra questi i leader più esposti troviamo sicuramente Virginia Raggi e Luigi Di Maio. Al centro del dibattito pubblico per giorni i due si sono ritrovati nel mezzo di una vera e propria “bufera online”. Gli utenti della rete, soprattutto su twitter, non hanno apprezzato la gestione poco trasparente del sindaco Raggi nella scelta dei suoi più stretti collaboratori. Su google invece tantissimi utenti si sono chiesti perché Di Maio non abbia condiviso le informazioni sulle indagini a carico della Muraro.
Ovviamente le vicende romane non sono state il primo e unico inciampo dei grillini. Chi non ricorda il caso Quarto, con la sindaca Rosa Capuozzo finita nella bufera per i presunti condizionamenti della camorra sulla sua elezione. Oppure il post di Grillo sulla stepchild adoption, interpretato dall’opinione pubblica come un dietrofront sui diritti civili. In quei giorni, però, mentre infuriavano le polemiche contro il movimento, Beppe Grillo utilizzava il suo blog come megafono per un campagna di contro-informazione. La strategia ebbe successo, tanto che il movimento riuscì a sviare l’attenzione spostando il focus su esponenti del Pd al centro di vicende giudiziarie.
Oggi invece analizziamo una situazione ben diversa: Grillo e Di Maio hanno nuovamente provato a reagire alle critiche ma i risultati non sono stati di quelli sperati. La rete non ha mai creduto alla storia dei poteri forti (#poteriforti è stato un flop su twitter) e su facebook i post di Beppe Grillo hanno avuto un flessione rispetto al solito livello di coinvolgimento.
L’effetto di questo calo di consenso su web e social network sembrerebbe aver avuto un riflesso in sia in termini di immagine che di rendita elettorale. Un sondaggio condotto da Eumetra Monterosa, pubblicato su Il Giornale, certifica come i recenti casi abbiano minato negli italiani l’immagine dei 5 stelle. Secondo questo sondaggio il 47% degli intervistati ritiene che i politici a 5 stelle siano uguali agli altri. Un altro sondaggio, di ScenariPolitici per HuffPost, evidenzia i danni di immagine ricevuti dai leader del M5s. Il 53% degli intervistati, non elettori di M5s, boccia Di Maio e i suoi tentennamenti a proposito della conoscenza o meno dell’indagine che pende sull’assessore all’Ambiente, Paola Muraro. Per più della metà degli italiani infatti Di Maio “ha dimostrato di non essere in grado di rappresentare il movimento 5 stelle e dovrebbe farsi da parte”.
Ancora più espliciti sono alcuni sondaggi di Emg per il tg di La 7 rilevati il 5 ed il 20 settembre. Nella settimana precedente la tempesta scatenata sulla Raggi il M5s era il primo partito italiano, davanti al Pd con 3 decimi di vantaggio. Dopo il netto calo della web reputation dei grillini il sondaggio Emg evidenzia come il M5s si arresti al 29,0%, calando di oltre il 2% a tutto vantaggio del Pd, tornato il primo partito con il 32,4%. Ancora una volta il consenso sul web sembra combaciare in maniera quasi scientifica con le scelte elettorali degli italiani.
Autore: Guido Petrangeli | Fonte: huffingtonpost.it