Secondo il rapporto annuale dell’Onu, lo Stato scandinavo è quello dove la gente è più soddisfatta. Scalzata la Danimarca. L’Italia guadagna due posizioni e arriva al 48esimo posto, tra Uzbekistan e Russia.
Gruppi di ricerca di psicologi, ma anche di biochimici e genetisti, ogni anno si esercitano a cercarne le radici, o forse il segreto: anche quest’anno il 20 marzo si celebra in tutto il mondo la giornata della felicità voluta dall’Onu con una risoluzione del 28 giugno del 2012, per sancire questo obiettivo tra quelli da perseguire in tutte le nazioni.
LA NORVEGIA SPODESTA LA DANIMARCA. Nel World Happiness Report, la classifica che ogni anno viene rilasciata in occasione della giornata (leggi il report completo), la Norvegia al primo posto (era quarta nel 2016), superando la Danimarca, a lungo Paese più felice del mondo. Seguono Islanda e Svizzera. Gli Stati Uniti sono al 14/mo posto, l’Italia al 48 esimo dopo l’Uzbekistan e prima della Russia. Nel 2016 eravamo al 50 esimo.
Tutti i primi quattro Paesi, che ogni anno si giocano la primo posizione, risultano al top per l’insieme di fattori, che sostengono la felicità, e che sono usati come ‘misuratore’: la cura della comunità, la libertà, la generosità nelle donazioni, l’onestà, la salute, il reddito e il buon governo. In particolare la Norvegia vince non a causa della sua ricchezza petrolifera, ma a dispetto di essa. Le politiche ambientali sono diventate la pratica d’eccellenza di questo Paese del Nord Europa.
USO CONTROLLATO DELLE RISORSE. Si legge nel report che la Norvegia scegliendo di produrre il petrolio di cui è ricca in un certo modo (con estrazioni lente) e investire il ricavato di questa ricchezza per il futuro, piuttosto che per l’immediato, si è isolata dal cosiddetto ciclo ‘boom and bust’ (crescita veloce e crisi severa) che ha colpito molti altri Paesi ricchi di risorse economiche. Il Paese, sostiene il World Happiness Report, è unito in questa politica, coeso nella fiducia al governo, con cittadini fiduciosi nell’operato dell’amministrazione, uniti nell’impegno civico, tutti fattori che contribuiscono a mantenere la Norvegia tra i Paesi migliori nella classifica della felicità.
DIVERSI FATTORI CONSIDERATI. Tutti gli altri nella top ten hanno anche valori elevati in tutte e sei le variabili chiave utilizzate per spiegare le differenze tra i Paesi su questo tema: il rapporto tempo libero/reddito, l’aspettativa di vita in buona salute, l’assistenza di qualcuno su cui contare nei momenti di guai, la generosità, la libertà e la fiducia, quest’ultima misurata con l’assenza di corruzione tra imprese e governo. A chiudere la classifica, qulle nazioni attanagliate dalla guerra o dalla povertà.
La felicità è insieme qualcosa di sociale e personale e non è legata al prodotto interno lordo, alla ricchezza economica di un Paese, tanto è vero che nel report si legge che in Cina non sono più felici di 25 anni fa, che gran parte dell’Africa sta migliorando lottando strenuamente per le sue condizioni di ‘felicità’ e che negli Stati Uniti d’America l’indice sta crollando. Sono nel 2007 infatti figurava al terzo posto tra i Paesi Ocse ora al 14/mo. Le ragioni sono quel declino in termini di sostegno sociale e aumento della corruzione, che sono poi gli stessi fattori che spiegano il motivo per cui gli Stati del Nord Europa sono al top della classifica.
Fonte: lettera43.it