Instagram, come condividono i politici italiani sul social più trend tra i giovani

Instagram, come condividono i politici italiani sul social più trend tra i giovani

L’estate 2017 non verrà ricordata solo per i gonfiabili da piscina a forma di fenicotteri rosa. Ma anche per la definitiva esplosione di Instagram, il social network acquistato da Zuckemberg nel 2012 e arrivato a superare i 500 milioni di utenti attivi al mese. Il social media più utilizzato al mondo rimane sempre Facebook, ma la crescita di Instagram sembra esponenziale e inarrestabile. A metà luglio, a un convegno organizzato dal Centro Studi Americano sul tema di internet, la sondaggista Alessandra Ghisleri ha raccontato come il futuro passi da piattaforme dove l’immagine conta molto più del testo. Le agenzie pubblicitarie, su commissione delle grandi multinazionali, studiano format video sempre più corti perché le parole abbassano la soglia di attenzione dell’utente. Non è un caso che milioni e milioni di dollari di pubblicità stiano transitando su Instagram, il social dell’apparenza per eccellenza.

E come si rapporta la politica su questo social network? Per capire meglio le potenzialità di questa piattaforma dobbiamo partire dagli Stati Uniti, dove i social media sono stati determinanti riguardo l’esito delle ultime 3 elezioni. Uno dei fattori chiave nelle campagne social dei candidati americani riguarda la possibilità di far entrare gli utenti online all’interno della vita privata dei politici. Obama è stato uno dei primi a sfruttare l’interesse dei cittadini per la dimensione personale e familiare dei politici. Molte immagini dei suoi account social raccontano la storia privata della sua famiglia. Il tweet “four more years” che vedeva Obama e Michelle abbracciati all’indomani della vittoria nel secondo mandato è stato di gran lunga uno dei messaggi più virali della rete.

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Comunicare la sfera privata è uno dei modi che i politici utilizzano per aumentare l’empatia con i propri elettori e ai tempi di oggi anche un modo per contrastare lo strisciante sentimento anti-establishment. Instagram, quindi, oltre a essere il social che cresce di più a livello di numeri è anche quello su cui i politici possono raggiungere la pancia dell’elettorato, che da Brexit fino a Trump dimostra di essere una dimensione fondamentale per gli esiti di una campagna elettorale.

Infine non va assolutamente sottovalutato come le nuove generazioni, sempre più connesse online, siano molto più attratte da Instagram piuttosto che da Facebook. Secondo una ricerca di Vincenzo Cosenza nel nostro paese il 55% degli utenti di Instagram ha meno di 35 anni (il 42% ha tra i 19 e i 29 anni), mentre su Facebook la tendenza è a un “invecchiamento” della base utenti (il 53% degli utenti ha più di 35 anni). Insomma il futuro parlerà, o meglio guarderà, sempre di più a questo social network. I nostri politici sembrano aver iniziato da poco il percorso di avvicinamento a questo social che ci sembra ancora troppo sottovalutato considerata l’imminente campagna elettorale per le elezioni del 2018.

Il politico italiano più popolare su Instagram è a sorpresa Luigi Di Maio seguito da oltre 88.600 follower. Dopo di lui troviamo Matteo Renzi, seguito da oltre 88.400 seguaci. Al terzo posto c’è un altro grillino, Alessandro Di Battista, a quota 75mila follower, segno che gli esperti di comunicazione del movimento abbiano capito le potenzialità di Instagram. Fuori dal podio troviamo un altro leader politico molto attivo in rete, Matteo Salvini, seguito da 71.400 utenti. Se Luigi Di Maio ad oggi risulta il politico italiano più popolare su Instagram, quello più discusso è Matteo Renzi. Sull’hashtag #Renzi sono passati 41.488 post, anche se non mancano alcuni argomenti di discussione – come #Renzie (3.700 post) o #Renzieacasa (3681 post) – che denotano una sentiment negativa sull’ex premier. Molto discusso anche Matteo Salvini sul quale sono stati pubblicati 19.191 post, mente Di Battista (3.435 post) e Di Maio (2.242 post) sembrano suscitare meno curiosità rispetto agli altri politici analizzati.

Fonte: huffingtonpost.it | Autore: Guido Petrangeli

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